Vi è mai capitato di avere la sensazione di non andare né avanti né indietro?
Oggi pensavo proprio a questo e per un attimo mi è balenata nella mente un'immagine, quella di una mosca intrappolata in un frammento d'ambra cristallizzata. Mi è sembrato che fosse il ritratto più esatto della giornata e mi sono mentalmente complimentato con me stesso.
Mi sento statico e per una volta non è una situazione che mi dispiace. Sono abituato, per mia natura, a vivere tra alti e bassi, in una lotta continua tra un estremo e il suo opposto. A causa di ciò mi lancio nelle cose a capofitto e, per quanto il rischio che possa farmi male è alto, sono convinto che il gioco, per un motivo o per un altro, valga sempre la candela.
Per questo riflettevo su come sia strana per me questa condizione di temporanea "inedia spirituale", strana e quasi appagante, sicuramente rilassante. Credo di poter dire che sto iniziando a fare ordine nella mia vita dopo un lungo periodo di caos. L'impresa non è semplice ma sono convinto di potercela fare.
Molto credo dipenda dall'avere accettato buona parte di quello contro cui ho lottato finora: tanto per dirne una, ci ho messo diversi mesi ma ho compreso che non posso escludere dalla mia vita persone per cui provo un affetto che va aldilà di quanto esprimibile attraverso questa pagina.
Tanto per farvi comprendere ciò che dicevo prima, in passato ho tentato, fedele alla filosofia del "tutto o niente", di escludere chi mi aveva ferito (prima di ricevere messaggi minatori, e sempre nel rispetto del diritto di veto, dico che lo so... niente di quello che di negativo è successo è stato cercato e voluto, quindi nessun problema) dalla mia vita, di odiarlo e conseguentemente di arrivare a cancellarlo. Col tempo ho capito che non ne sarei stato capace e questa semplice accettazione che prima mi faceva rabbia ora mi è di conforto. Sono ancora convinto che ci sia una buona dose di ingiustizia a monte degli eventi ma riesco dinalmente a dire che "non fa niente, doveva andare così".
Tirando le somme, non intendo più privarmi della presenza di chi mi fa sentire bene, ciò che pensano gli altri non mi è mai importato e non intendo certo iniziare a farmi condizionare ora, a rischio di infrangere qualche ordinanza restrittiva. Voglio prendermi quello che desidero e riprendermi quello che mi è stato sottratto, senza troppo clamore, con naturalezza e, come disse Ray Evans (no, non Cicciolina!) "Que sera, sera"...
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