Domenica sera.
Strade vuote. Desolate.
Freddo. L'inverno sembra più vicino ogni giorno che passa, e questi giorni stanno passando lenti e stanchi. Controvoglia ho tirato fuori dall'armadio qualche maglia più pesante (ti vorrai mica ammalare? Non ti bastano gli acciacchi che già hai? Perché andarsene a cercare degli altri?), inizierò ad indossarle, una sull'altra, sperando di riacquistare una temperatura adatta alla vita, ma la situazione non cambierà.
Perché il freddo viene da dentro, previsioni meteo per il futuro: gelo costante, rischio di assideramento. Vorrei non fosse così nonostante sappia che ora non ho motivi per spingermi a cambiare. Mi sono rintanato in un angolo confidando nella protezione del silenzio, e se la voglia di uscire è sotto le scarpe, figuriamoci quella di vedere gente! E' un circolo vizioso, me ne rendo conto, più coltivo questo desiderio di solitudine più diventa difficile trovare motivi per allontanarmene. Ho piazzato un bel divieto d'accesso all'ingresso di me e se qualcuno non dovesse accorgersene sappia per tempo che proseguire oltre è inutile, più avanti ci sono solo altri divieti, non è consentita la sosta, tantomeno la fermata.
Mi accontento di me (bugiardo! menzogna!!!), non chiedetemi di aprire, non suonate, tanto le uniche persone che ho voglia di vedere posseggono le chiavi e alle altre non risponderò.
Il tempo lenisce ogni dolore ma quando fa così freddo anche le vecchie ferite tornano a farsi sentire.
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