Per il compito di oggi la "maestra" mi ha chiesto di descrivere un amico. Ho pensato a lungo a chi avrei potuto scegliere, ci sono persone a cui voglio un bene dell'anima ma parlare di loro sarebbe stato troppo difficile mentre con altre i rapporti sono forse meno intensi ma si tratta comunque di presenze che hanno avuto un ruolo importante nella mia vita. Così dopo tanti pensamenti e altrettanti ripensamenti ho deciso di parlarvi del mio amico più vecchio e più caro.
Di lui posso dirvi che è tondo e resistente, di solito porta un vestito di cuoio con un disegno geometrico composto da tanti pentagoni bianchi e neri anche se non disdegna di cambiare a volte, colorandosi tutto di rosso o scegliendo dei bei disegni simili a tatuaggi. Se qualcuno di voi se lo stesse chiedendo rispondo che si, il mio amico di più vecchia data è un pallone.
Sin da quando ho memoria dei miei gesti mi vedo in sua compagnia, stentavo ancora a camminare quando ho iniziato a giocarci e da allora non ci siamo mai lasciati. Mi ha sempre rimbalzato accanto docile ed anche se è capitato che mi colpisse duramente, in viso, nella pancia o in altre zone particolarmente delicate, si è trattato sempre di piccole scaramucce.
Se provo a pensarci un attimo affiorano alla mente i ricordi di mille volte in cui quando le cose stentavano ad andare per il verso giusto mi sono sfogato con lui e sento ancora forte il bene che mi faceva. Abbiamo trascorso insieme lunghi pigri pomeriggi estivi, abbiamo sguazzato nell'acqua e nel fango, qualche volta ci siamo addirittura rotolati nella neve.
Ho perso il conto delle volte in cui la mamma mi ha sgridato perché sgattaiolavo fuori di casa prima di aver finito i compiti per giocare con lui, credo che lei non abbia mai compreso fino in fondo il rapporto che abbiamo.
Al mio pallone ho raccontato tutto quello che mi succedeva, mi è sempre piaciuto pensare che quella camera d'aria contenesse una piccola anima di aria compressa che rimbalzasse all'unisono con la mia. Credo che lui sia stato l'unico con cui mi sono sentito sempre me stesso, con la testa sgombra da ogni pensiero o preoccupazione... e questa sua capacità di farmi dimenticare tutto il resto è la qualità che apprezzo di più.
Ora che sono cresciuto e non ho più tanto tempo libero a disposizione ci siamo un po' allontanati, ci vediamo meno spesso, però a volte mi prende una voglia tremenda di giocare con lui così lo prendo sotto braccio e lo porto con me, solo io e lui, ed in quei momenti è come se avessi di nuovo dodici anni e quella sfera fosse tutto il mio mondo.
Vi racconterei tante altre cose ma la campanella sta per suonare e a casa mi aspettano per il pranzo, l'unica cosa che mi preme dirvi è che anche se a molti di voi sembrerà assurdo, stupido o magari folle... io al mio pallone voglio un bene dell'anima!
Per Scrivere Libero - II edizione...
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