domenica 15 giugno 2008

Oggetti

Una valigia posata a terra, in una angolo della stanza. Piena per metà, vestiti, qualche libro. Tutto come sempre e davanti agli occhi il simbolo di una vita fatta di arrivi e partenze. Mentre sistema le ultime cose sentire il peso di ogni arrivederci, il dolore degli addii.
Cerco di nascondermi, allontano il pensiero, poso lo sguardo altrove, non voglio che veda, che capisca quanto mi addolori lasciarla andar via ancora e ancora. Gli occhi però non sono in grado di mentire... "guardami, cos'hai?".
E voler gridare che non è giusto mentre tutto quel che esce dalla bocca è un sussurro. Voler prendere quella maledetta valigia e svuotarla, scaraventarla lontano, un gesto inutile, pur sempre un gesto.
La cerniera che si chiude è come un laccio che mi stringe il collo, e per un attimo non riesco a respirare. Vuoto d'aria.
"Ti accompagno", l'illusione che sia ancora qui. Un saluto, una carezza, c'è così tanto sole ed io vedo solo ombre. La sua schiena sempre più lontana, deja-vu, ogni volta perderla con la speranza di ritrovarla.

Dicono che non ci si può ribellare al proprio destino, io non credo che sia così; destino è quello che scegliamo, le azioni che compiamo, quelle che restano sospese. Sono io. Costruisco il mio destino attimo per attimo, preso dalla dannata paura di sbagliare. E con il coraggio di non tirarmi indietro...

ON AIR: Epo - Luce propria

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