giovedì 3 dicembre 2009

Di insonnie invernali

Momento no.
Da qualche giorno ho difficoltà a prendere sonno. La sera, quando finalmente la confusione che riempie la giornata si placa, resto solo e nel silenzio iniziano a prendere forma mille pensieri confusi. Sembra che le domande senza risposta, le questioni irrisolte, tornino a chiedere udienza pretendendo che ascolti le arringhe di ognuna.

Mi trovo così a valutare i vecchi sbagli e quelli nuovi, con la sensazione di aver capito sempre troppo tardi cosa andava fatto, cosa andava detto. Fare (e dire) la cosa giusta al momento giusto... sembra facile! Spesso mi chiedo se da parte mia non sia mancato, in alcune circostanze, il coraggio di osare.

C'è stato un tempo in cui mi buttavo a capofitto nelle cose, ritenendo le conseguenze un male necessario in una ricerca che sentivo come un bisogno impellente. C'è stato un tempo in cui "ardevo" e questo calore (lo capisco solo adesso) era visibile anche dall'esterno, lo si percepiva chiaramente; un tempo in cui cio' che ero mi preoccupava, cosciente dei rischi a cui, data la mia natura, mi esponevo.

Ora mi chiedo quando esattamente ho smesso di credermi, quando ho iniziato a gettare acqua sul fuoco. Da un po' vivo sottotraccia, combattuto tra il desiderio di tirare fuori tutto il vecchio che è rimasto dentro per fare posto al nuovo e la preoccupazione che un comportamento simile possa dare la piccola spinta necessaria a farmi cadere di nuovo, proprio ora che ho ricominciato a muovere qualche misurato passo in equilibrio sulla vita.

Parlare apertamente, mettere un punto. La verità è che non so dove.

[Dove dovrebbe stare? Dove dovrei stare io?]

Parlare apertamente, anche se è scomodo, anche se fa male, anche se è egoista. Ricominciare a pensare a me, smettere di inseguire; l'ho fatto e ancora lo faccio perché probabilmente è il mio modo di dimostrare, di (di)mostrarmi... smettere, lasciare che ogni cosa segua il suo corso e se devono crollare muri e palazzi, che succeda pure.

Momento no... anche se continuo a far cenno di si con il capo.

ON AIR: Saitone - Lotus

domenica 8 novembre 2009

Con le mani sotto il cuscino

Ogni notte mettersi a letto, raggomitolarsi sotto le coperte con un sorriso, osservarla mentre cede alla stanchezza dopo una lunga giornata. Aspettare assieme che arrivi il sonno con gli occhi che iniziano a chiudersi e sentirsi finalmente in pace.
Respiro sommesso e regolare, ascoltare il battito del suo cuore, sorriderle anche se lei non sa, non può vedere quanto è bella così, abbandonata e indifesa.


E sognare di passeggiare insieme in un mare di fiori, a piedi nudi, inseguendo per gioco odori e colori, e saltare la corda cantando canzoni che parlano d’amore, che parlano di lei e dei suoi occhi così belli e felici.
Fiori


Volare su una mongolfiera tessuta di spicchi di arcobaleno attraverso le nuvole mentre il mondo di sotto si fa piccolo e sembra una casa di bambole e il vento scompiglia i capelli. E scoprire nelle nuvole caricature di buffi animali e di cose, cambiare prospettiva per scoprire che tutto è un più magico visto dal cielo.
Mongolfiera


Viaggiare in un treno di quelli a vapore, che sbuffa e che fischia, e salutare persone che rispondono agitando le mani e ricambiando un sorriso. E guardar fuori con la fronte appiccicata al finestrino paesaggi che scorrono rapidi tra i sobbalzi delle rotaie e diventano macchie, e sentirsi come bambini che guardano, pieni di meraviglia, in un caleidoscopio.


Percorrere mari su una piccola barca, spinti in avanti da una vela fatta di mille ritagli di pezzi di stoffa trovati qua e là, immaginando che sia l’imbarcazione di un commesso viaggiatore, una nave che ha visto buona parte del mondo ed ancora un po’, e sentire la sua risata alzarsi e poi scendere in armonico accordo con le onde.


Svegliarsi e per primo vedere il suo viso, e sorridere per quell’espressione un po’ buffa di chi sta dormendo ma in realtà è sveglio in un sogno. E baciarle con dolcezza una guancia e le labbra, aspettando che si aprano gli occhi assonnati, baciarla di nuovo e dirle che tutto è perfetto e che forse stai ancora sognando.

ON AIR: Oren Lavie - Her Morning Elegance

domenica 1 novembre 2009

Certi momenti un po' così...

Per le volte in cui faccio fatica ad addormentarmi, perché non è così che ci vedevo.

Per le volte che vorrei gridare quanto sembri tutto sbagliato.

Per le volte in cui un gesto o uno sguardo non bastano.

Per le volte in cui ciò che hai dentro è così chiaro mentre fuori è confusione.

Per le volte in cui ti viene da piangere e ti chiedi il motivo qual è.

Per tentare di spiegarti perché a volte posso sembrare incomprensibile... ecco, è così che mi sento:

...You're the one, yeah,
I've put all my trust in your hands.
C'mon and look in my eyes,
here I am, here I am.
...
Tell me why
it gets harder to know
where I stand.
I guess loneliness found
a new friend, here I am.


You don't understand me, my baby.You don't seem to know that I need you so much.
You don't understand me, my feelings,
the reason I'm breathin', my love
You don't seem to get me, my baby.


You don't really see that I live for your touch.
You don't understand me, my dreams or the things I believe in, my love.
You don't understand me. You don't understand me. Understand me.

ON AIR: Roxette - You don't understand me

giovedì 22 ottobre 2009

Sliding doors...

In un paese non troppo diverso da quello in cui vivete, pieno di case non troppo diverse da quelle in cui abitate e popolato da persone non troppo diverse da quelle che conoscete, vive un ragazzo non troppo diverso da quello che immaginate.

Sebbene dia l'impressione di essere un amante della compagnia i momenti in cui si sente meglio sono quelli che passa da solo, con la solitudine a proteggerlo dalle ciarle di chi lo circonda e la compagnia della sua immaginazione. Da piccolo sognava spesso quale sarebbe stato il suo futuro, e si vedeva ora architetto, ora avvocato, ora calciatore e preso dalla passione del momento assumeva gli atteggiamenti che vedeva nei grandi. Quando il futuro si è senza preavviso mutato in presente ha smesso di sognare "cosa sarebbe potuto essere" per iniziare a chiedersi "cosa sarebbe potuto essere se".
"Cosa sarebbe successo se... ", se provaste ad entrare mentre formula un pensiero del genere quasi sicuramente non vi noterebbe, e potreste scorgerlo assorto, con la fronte corrucciata o un sorriso ebete a seconda della direzione presa dai suoi voli pindarici.

"E se riuscissi a mettere la testa a posto?", e si vede seduto dietro una scrivania, a dirigere la sua piccola impresa, circondato da persone che non ha mai stimato, soddisfatto nel vederle fargli da lacchè.

"E se non le avessi detto di amarla?"
, si chiede, e giù ad immaginare una successione di donne entrate e uscite dalla sua vita, dal suo letto, senza nè amore nè scopo, avvicinate perché soltanto chi è solo può capire quanto sono lunghe e solitarie alcune notti se non hai nessuno accanto; o peggio, sogna una vita di solitudine priva anche del conforto che può dare il ricordo di essere stato innamorato.

"E se avessi insistito?"
, la prima serie di immagini che gli si dipingono nella mente rappresentano scene di una vita tranquilla e felice, di discorsi interrotti da baci improvvisi, di bimbi che giocano sotto sguardi premurosi e attenti.

"E se avessi avuto il coraggio di rischiare?"
, e si ritrova catapultato in una realtà del tutto diversa, tra persone nuove, con la paura mista ad eccitazione che accompagna ogni nuovo inizio, chiedendosi come farà a ricostruire tutto da zero e con il desiderio di scoprirlo provandoci.

A volte però ci sono quelle domande che in condizioni normali evita accuratamente di farsi dal momento che si portano dietro tutte le angosce da cui traggono origine; dovete infatti sapere che quel ragazzo, per quanto cerchi di non darlo a vedere, di dimostrarsi convinto, deciso, imperturbabile, spesso si sente insicuro, e quand'è così inizia a pensare... "e se avessi sbagliato tutto? Se non valessi quanto credo? Se non riuscissi mai ad ottenere quello che cerco con tanta disperazione?".
Allora lo assalgono la malinconia e la tristezza, e se non doveste guardarvi intorno senza trovarlo provate a cercarlo in un angolo tranquillo, quasi sicuramente lo troverete lì che cerca di non mettersi in mostra, di passare inosservato mentre aspetta che scompaia quello strano luccichìo agli occhi.



What if there was no light, nothing wrong, nothing right.
What if there was no time, and no reason or rhyme?
What if you should decide that you don't want me there by your side, that you don't want me there in your life?

What if I got it wrong, and no poem or song could put right what I got wrong or make you feel I belong
What if you should decide that you don't want me there by your side, that you don't want me there in your life?

Oooooh, that's right... let's take a breath, jump over the side.
Oooooh, that's right... how can you know it if you don't even try?

Every step that you take could be your biggest mistake, it could bend or it could break but that's the risk that you take.
What if you should decide that you don't want me there in your life, that you don't want me there by your side?



ON AIR: Coldplay - What if

lunedì 19 ottobre 2009

Cogitabondo di sera, bel tempo si spera

L'inverno è arrivato, "in anticipo" pensa. E' percorso da piccoli brividi mentre cerca di avvolgersi più che puo' nella coperta. Ha sprangato le finestre, tirato giù le persiane, chiuso le porte ma sembrta che il freddo la maniera di entrare riesca a trovarla indipendentemente da tutto.

Si è sigillato nella sua stanza, ha poca voglia di parlare, ancora meno di stare in compagnia, sembra sempre avere mille cose a cui pensare e in un certo senso è così. La verità è che non riesce a spegnere quell'interruttore che invece la maggior parte della gente sembra avere sempre su OFF, e di conseguenza i pensieri continuano a girare senza meta, in maniera completamente casuale, come mosche in un barattolo.

Si chiede come mai i suoi piedi sono così freddi, gli pare di ricordare che molto tempo prima qualcuno gli ha spiegato come le estremità del corpo siano le più sensibili al freddo perché, essendo maggiormente capillarizzate, sono soggette a un più rapido scambio termico. Non sa se è vero ma il pensiero che una spiegazione ci sia lo fa stare meglio.

Prende un libro, lo sfoglia, legge qualche pagina, torna a metterlo giù; pare non riesca a concentrarsi sulle parole, gli sfuggono da sotto al naso prendendolo in giro, invitandolo a seguirle in un girotondo che lo porta dalla fine all'inizio della stessa frase una volta, due, e tre...

Afferra la chitarra pensando che è lei l'unica donna rimastagli, l'unica a non aver tradito la sua fiducia; la sfiora con una dolcezza che dall'esterno potrebbe sembrare quantomeno bizzarra, la tocca gentilmente ma con decisione, la accarezza soddisfatto. Sentirla suonare, docile e obbediente sotto le sue mani, ha l'effetto di rasserenarlo, una sorta di "suono-terapia" casereccia.

La verità è che ha in testa mille dubbi: su quello che è, su quello che sarà, sulle occasioni perse e su quelle non sfruttate appieno, sul suo reale valore. Quando si sente così solitamente cerca la compagnia di quelle poche persone che sono state in grado di comprenderlo davvero, nel suo essere buono, gentile, disponibile oltre il ragionevole... e cattivo, mai abbastanza, mai troppo a lungo.

Stasera pero' non puo', perché quelle persone non ci sono.
Stasera non vuole, perché vuole smettere di inseguire.
Stasera vuole essere capito, senza bisogno di spiegare.
Stasera resta a rimuginare su futili questioni e amletici dubbi inutili.

Stasera non se la sente di scendere nel profondo perchè a volte, la sera, ci sono pensieri che ancora fanno male.

"I close my eyes only for a moment and the moment's gone.
All my dreams pass before my eyes a curiosity.
Dust in the wind, all we are is dust in the wind"



ON AIR: Kansas - Dust in the wind

lunedì 28 settembre 2009

Di alcuni pensieri sdolcinati e (si spera) estemporanei

C'è stato un momento nella mia vita in cui tutto è cambiato.

Mi accorgo rileggendola di quanto possa suonare artefatta questa frase, vagamente cinematografica, eppure è la perfetta verità. E' successo anni fa, ed anche se sembra passato così tanto tempo ricordo perfettamente l'attimo in cui tutto ha assunto un significato nuovo, diverso, migliore. Ad essere sincero l'immagine che la mia mente ha conservato inizia ad assomigliare ad una vecchia, sbiadita polaroid, con i dettagli che si fanno confusi... ma quegli occhi, quelli non posso dimenticarli, quelli li ricordo in maniera così nitida. Ricordo l'ansia che mi hanno provocato e i sentimenti che, senza chiedere il permesso e senza che me ne rendessi conto davvero, avevano preso possesso delle fibre più profonde del mio essere. Era uno sguardo sconosciuto eppure era come se fosse lì ad attendermi da sempre, la conoscevo ancor prima di incontrarla ed era una sensazione strana, imprevista. In quel primo istante ho capito di amarla e quel che è venuto dopo è stato solo un lungo quanto infruttuoso tentativo di convincermi che non fosse così, perché non poteva essere così.

Da allora ho ripensato spesso a quel momento e a tanti altri, e con maggiore intensità ci ho ripensato negli ultimi giorni, causa una lunga discussione con un caro amico sull'amore e le insidie che nasconde. Abbiamo vissuto storie diverse ma simili e parlarne, guardarlo, è stato come guardare me da una prospettiva che non avevo considerato, grazie ad un distacco che il vivere la mia vita in prima persona non mi permetteva. E' così che ho capito una cosa importante: io sono in cerca dell'Amore, da sempre, da prima ancora che capissi di stare cercando qualcosa, qualcuno. Si, la lettera maiuscola... lo confesso, non è un refuso perché quello che voglio è il sentimento puro, sincero, l'amore che ti fa sentire vivo davvero e che ti fa bruciare di passione come se il senso di una vita intera fosse racchiuso nel contatto delle tue labbra con le sue, l'amore che ti fa soffrire e che ad ogni risveglio ti fa temere che non possa esistere un domani se non con lei.

E poi ti accorgi che lei è andata via, perché non ti ha compreso, perché non era il momento giusto, perché non sei stato capace di tenerla legata a te, perché eri un passatempo, perché eri troppo (!!!) o troppo poco e perché un milione d'altre cose ancora. Ma ti rialzi, pian pianino rimetti insieme i pezzi e torni a vivere ripromettendoti di non fare mai più lo stesso sbaglio, di non concedere a nessun'altro il potere di spezzarti il cuore, consapevole che è solo un'altra bugia, che la ricerca non si è interrotta bensì è stata "sospesa per problemi tecnici" e che smetterai di cercare solo quando avrai trovato l'Amore.

ON AIR: Kate Bush - Wuthering heights

venerdì 25 settembre 2009

L'eterno ritorno

Sono tornato.


(Ma diciamolo piano, in un sussurro, poco più di un bisbiglio, che magari così sembra meno vero... che forse non lo sentirà nessuno e sarà come non esserci)


Sono stato via tanto, me ne rendo conto guardando un pelo più in basso la data dell'ultimo post. Ho affrontato questioni che andavano risolte mentre scappavo da altre per le quali soluzioni non vedevo.
E poi è successo che ho capito di non voler tornare perché la mia vita, cio' che realmente sono, non appartiene a questo posto. Vecchie sensazioni che ero convinto di aver rimosso e che invece giacevano latenti.
Così mentre ero a casa, quella vera, ho iniziato a pensare a quanto poco abbia costruito qui e a come quel poco si sia allontanato in cerca di nuove prospettive senza che potessi fare nulla per tenerlo ancorato qui, senza che nulla volessi fare perché sapevo che presto o tardi sarebbe successo, ed era giusto.

Ed ora che sono qui da qualche giorno appena già mi mancano colori, profumi e il calore di luoghi che sono come la tua maglietta preferita di quando eri bambino e sai che ormai non potresti mai metterla ma nonostante cio' non hai cuore di buttarla via.

Sono tornato... ma voi fate finta che non ci sia ancora per qualche giorno.


ON AIR: Timoria - Casamia