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domenica 1 novembre 2009

Certi momenti un po' così...

Per le volte in cui faccio fatica ad addormentarmi, perché non è così che ci vedevo.

Per le volte che vorrei gridare quanto sembri tutto sbagliato.

Per le volte in cui un gesto o uno sguardo non bastano.

Per le volte in cui ciò che hai dentro è così chiaro mentre fuori è confusione.

Per le volte in cui ti viene da piangere e ti chiedi il motivo qual è.

Per tentare di spiegarti perché a volte posso sembrare incomprensibile... ecco, è così che mi sento:

...You're the one, yeah,
I've put all my trust in your hands.
C'mon and look in my eyes,
here I am, here I am.
...
Tell me why
it gets harder to know
where I stand.
I guess loneliness found
a new friend, here I am.


You don't understand me, my baby.You don't seem to know that I need you so much.
You don't understand me, my feelings,
the reason I'm breathin', my love
You don't seem to get me, my baby.


You don't really see that I live for your touch.
You don't understand me, my dreams or the things I believe in, my love.
You don't understand me. You don't understand me. Understand me.

ON AIR: Roxette - You don't understand me

mercoledì 21 gennaio 2009

Music from the past

Ho ascoltato per la prima volta questa canzone tanto tempo fa, quando ero ancora un ragazzino. Ricordo il senso di malinconia che non riuscivo a spiegarmi e che pure mi lasciò dentro.

L'ho sentita di nuovo oggi che ho sulle spalle qualche anno in più, nuove esperienze negli occhi e nell'animo cicatrici che a volte fanno ancora male... e l'ho sentita mia come all'epoca non avrei potuto, ed ho sentito il calore delle lacrime che ho smesso di versare e che a volte ancora offuscano la vista.

ON AIR: The Beatles - The long and winding road

The long and winding road
(La strada lunga e tortuosa)
That leads to your door
(Che conduce alla tua porta)
Will never disappear
(Non scomparirà mai)
I've seen that road before
(Ho già visto questa strada)
It always leads me here
(Mi conduce sempre qui)
Lead me to you door
(Mi conduce alla tua porta)

The wild and windy night
(La notte selvaggia e ventosa)
That the rain washed away
(Che la pioggia ha lavato via)
Has left a pool of tears
(Ha lasciato una pozza di lacrime)
Crying for the day
(mentre piangeva per il giorno)
Why leave me standing here
(Perchè mi lasci qui ad aspettare)
Let me know the way
(Indicami la strada)

Many times I've been alone
(Sono rimasto solo molte volte)
And many times I've cried
(E molte volte ho pianto)
Anyway you'll never know
(Ad ogni modo non saprai mai)
The many ways I've tried
(I molti modi in cui ho tentato)

But still they lead me back
(Ma mi riportano ancora indietro)
To the long and winding road
(Alla strada lunga e tortuosa)
You left me standing here
(Mi hai lasciato qui ad aspettare)
A long long time ago
(Tanto tanto tempo fa)
Don't leave me waiting here
(Non farmi aspettare)
Lead me to your door
(Conducimi alla tua porta)

lunedì 24 novembre 2008

Sensi che ricordano e ritornano da te, lontani e stanchi di me.
Da quello che ho perduto.
...
Per quello che ritroverò.

[...]

When your hands run to someone else…
I want to rest.
[...]

ON AIR: The Niro - About Love and Indifference

venerdì 31 ottobre 2008

[...]
Disperazione e gioia mia

[...]

ON AIR: Lucio Battisti - Ancora tu

martedì 14 ottobre 2008

[...]
And I know when you lie
If were talking on the phone or one on one.
The truth you never hide
I don't need you to tell me there's
Something wrong
Because your eyes are unmistakable...

remember remember remember
that your heart's not unbreakable...
[...]



ON AIR : Richie Kotzen - Remember

mercoledì 23 luglio 2008

Mia (agg. possessivo femm.)

Qualche giorno fa ho sentito una canzone alla radio. Sul momento non sono riuscito a riconoscerla, sapevo solo che apparteneva al mio passato, alla mia adolescenza. Ho rivisto un ragazzino con la testa tra le nuvole immaginare il suo futuro, la scuola, il lavoro, l'amore, come in un film.

Tu sei mia .. quando vuoi
ma sei mia, mia
tu vai via … tornerai
perché sei mia
quanto tu non lo sai


Col passare del tempo mi è rinvenuto alla memoria quale fosse il titolo della canzone. Mi ha stranito pensare che sono passati già più di dieci anni. Soprattutto mi ha sorpreso un pensiero, io sono ancora quel ragazzino pieno di speranze, di sogni, di illusioni. Una parte importante di me non è mai cresciuta, continuo a sognare e ad avere fiducia, speranza.
Lo faccio nonostante le delusioni, le botte, le parole che bruciano e aprono ferite che non si rimarginano.
Lo faccio perchè è insito nella mia natura, perchè è il solo modo di vivere che conosco.
Lo faccio per quel ragazzino che è in me... che è la parte migliore di me.

martedì 17 giugno 2008

Musica nelle vene


Negli ultimi giorni ho ascoltato a lungo una canzone. L'ho lasciata entrare, le ho permesso di scorrermi dentro, l'ho sentita mia. E' stata un brivido al centro esatto della schiena la prima volta, lo è ancora ogni volta, ed ora non è più solo una canzone, ora ha un viso e un cuore e un'anima.


Tutto questo vivere
Nascondersi dagli altri,
Che senso ha?



Ha voglia di vederla ma si chiede se sia il caso. Pensa che a lei potrebbe far piacere ma non si è trattato mai soltanto di loro due. La gente, i sussurri, la sensazione di essere sempre, invariabilmente fuori posto e il desiderio di urlare con rabbia che è tutto il mondo intorno ad essere sbagliato.

Tutte le paure
Riposte sotto al letto le hai viste mai?

E tutte le promesse che non hai mantenuto
Ci pensi mai?


Le si avvicina, è una attrazione che non riesce a spiegarsi, sa solo che c'è e che nonostante i tentativi di contrastarla, ucciderla, soffocarla tra le pieghe dell'anima continua ad essere così manifesta... si chiede perchè, forse una spiegazione non esiste. Tutto ciò che conta è lei, così vicina da essere intoccabile. Ha voglia di baciarla eppure non osa fare il primo passo. Così quando lei prende l'iniziativa lui la stringe forte per non farla andare via, perchè ha paura che ogni volta sia l'ultima volta, perchè ogni bacio è una promessa che muore sulle labbra, perchè vorrebbe strapparle via tutti i dubbi.


Anche perchè in questo modo
E' un mondo che ti esplode dentro
Qualcosa non va


Lui sa che lei è importante, lo ha sempre saputo, ancora prima di esserne cosciente. Cerca una maniera per farglielo capire ma come può mostrarle in che maniera lei ha trasformato il suo universo? Come può chiederle di avvicinarsi al fuoco che ha dentro senza che lei si bruci e scappi via spaventata?


Tutto questo perdersi
Per poi ritrovarsi
Che senso ha.


E' così distante. I sogni restano tali, amarla è stata la cosa più bella e straziante che gli sia mai capitata. Fughe e ritorni, fino al giorno in cui l'attesa sarà vana, lei non tornerà e resterà il ricordo del tocco delle sue mani, del suo sorriso, dei suoi occhi...

Demoni privati
Custoditi in fondo al petto
Li hai visti mai?
E tutti i grossi errori
Che poi hai ripetuto
Ci pensi mai?


Intanto ha in testa ancora mille domande, e le cose che non sa sono quelle che ha paura di chiedere. A volte in un attimo, quando è distratto, tornano a fargli visita i demoni del passato, e allora il suo viso si rabbuia al ricordo del dolore che a volte gli toglieva il respiro, della speranza alternata alla sfiducia, della mancanza di ogni stimolo. Si sente stanco e non può fare a meno di chiedersi se avrebbe potuto evitare tanti errori, per sè stesso e, soprattutto, per lei.

Perchè chiudendo forte gli occhi
Sul mondo che ti esplode dentro,
Qualcosa non fai.


Chiude gli occhi ed è il suo volto l'ultima cosa che vede prima di addormentarsi...

domenica 4 maggio 2008

[...]
e sono niente senza amore, sei tu il rimpianto e il mio dolore
che come il tempo mi consuma.

Lo sai o non lo sai, che per me sei sempre tu la sola,
chiama quando vuoi, basta un gesto forse una parola,
che non c'è sesso senza amore, dura legge nel mio cuore,
che sono un'anima ribelle.
[...]



ON AIR: Antonello Venditti - Ricordati di me

lunedì 7 aprile 2008

Come tante altre volte

Ho deciso, metto su un bel disco, sento il desiderio di distrarmi... "on air" i Cream e il loro blues psichedelico figlio degli anni '60. Ribellione, droghe, amore libero, se fossi nato qualche decennio fa sarei stato molto diverso. Purtroppo ci sono cose che non si possono scegliere, tutto quello che si può fare è cercare di vivere al meglio delle proprie possibilità.
Accendo una sigaretta... "perché no" penso, "non sarà una canna ma a darmi qualche aria vintage non ho che da guadagnare!". La musica è a tratti ipnotica, chitarra e basso che si alternano e si inseguono, tutta la mia attenzione è rapita dalle volute di fumo che intrecciano strani ghirigori nell'aria.

La voce di Eric Clapton mi scuote con la forza di emozioni già provate... "one summer day, she went away. Gone and left me, she's gone to stay". Cerco di ricordare cosa ho fatto nel week-end ma ho un vuoto totale che parte dalla notte di giovedì ed arriva a domenica sera. Ricordo solo di aver completamente staccato il cervello, di essermi imposto, con una forza di volontà che non sapevo mi appartenesse, di escludermi dal mondo.

Vederla così bella è stato un duro colpo, o forse a fare male è stato solo il suo inaspettato comparirmi davanti. Lei era in compagnia, come me del resto, avrei voluto parlarle ma sapevo che insieme a lei pochi secondi sarebbero diventati minuti e poi ore, così ho preferito uscire a prendere un po' d'aria. Sentivo la testa girare, incapace di soffermarsi su una delle tante immagini che erano improvvisamente riaffiorate da ricordi tenuti fino ad allora da parte a costo di grandi sacrifici.

Quella sera non sono riuscito a guardarla negli occhi, vorrei riuscire a trovare una spiegazione diversa da quella che ho in testa che suoni convincente ma non ci riesco. Non ce l'ho fatta perché sarebbe stato straziante vederla voltare lo sguardo per andare via.

Le casse continuano a vomitare note, nonostante sia presto mi sento stanco ma ho ancora così tante cose da fare... e poi oggi c'è il sole.

giovedì 28 febbraio 2008

Playlist della settimana vol.2

Jimi Hendrix - Hey Joe

Guns N' Roses - Knocking on Heaven's Door

Beatles - Let it be

Lorenzo Cherubini - A te

Joni Mitchell - My old man

Negramaro - Quel posto che non c'è

John Coltrane - A Love Supreme: Part I, Acknowledgement

martedì 19 febbraio 2008

Playlist della settimana vol.1

Depeche Mode - Personal Jesus
[forza]

Ben's Brother - Let me out
[decisioni]

Negramaro - Una volta tanto (canzone per me)
[illusioni]

Zetazero - Ora stasera
[modi d'essere]

Bruce Springsteen - Girls in their summer clothes
[speranze]

Radiohead - Karma Police
[angoscia]

Francesco De Gregori - Pezzi di vetro
[tenerezza]

Incubus - I wish you were here
[desideri]

giovedì 7 febbraio 2008

Una volta tanto

Avete mai avuto la sensazione che la musica, mentre ascoltate, smetta di essere suono per trasformarsi in immagine?

A me è successo, di nuovo, oggi.

Ero quasi sicuro che l'album dei Negramaro non mi avrebbe colpito, che sarebbe scivolato senza alti nè bassi, poi però ho sentito questa canzone, un brivido lungo la schiena, e ho avuto un attimo di smarrimento.

Imprinting di sensazioni passate mentre rivedo me steso sul letto a fissare il soffitto nel lunghissimo pomeriggio... estate calda, aria a tratti soffocante. Ricordo il telefono sul comodino accanto a me, così vicino da sembrare irragiungibile e una lettera iniziata milioni di volte perché qualsiasi parola mi sembrava banale, inutile. Ricordo, stranamente, ogni pensiero, come se lo avessi partorito ora. Ricordo sopra ogni cosa di averla immaginata, incantevolmente assorta, immersa in un mondo del quale non avrei mai fatto parte, e di aver sperato che in quell'attimo anche lei pensasse a me...

[...]

Una volta tanto dimmi sempre,
sarà per sempre.
Quanto ti costa dirmi sempre se poi sempre è una bugia.

Prendimi in giro e dimmi sempre ah
sarà per sempre.
Ma che ti costa dirmi sempre se poi sempre è una bugia.

Se chiudo gli occhi forse sei
tutti gli errori quelli miei.
Almeno tu fossi poesia
saprei cantarti e così sia.

Chiudessi gli occhi affogherei;
è un fiume in piena di vorrei.

[...]

Se chiudo gli occhi non ci sei
in fondo a tutti i miei vorrei.
Almeno tu lasciassi scia, saprei come lavarti via.

lunedì 4 febbraio 2008

Solo buio intorno

Passi lenti e silenziosi. Un uomo cammina solo, il bavero della giacca alzato per proteggersi dal freddo dell'inverno, forse i brividi che sente però nascono da un angolo remoto della sua anima, da profondità insondabili, inconfessabili. Un'ombra scura più della notte che lo avvolge e protegge.

Cammina, ha il mare alla sua sinistra, a tratti si ferma a guardarlo e si chiede cosa succede oltre l'orizzonte. Ricorda quando da bambino credeva che il mondo finisse in quelle acque, che lì dove riusciva ad arrivare la vista fosse il principio e la fine di ogni cosa e sognava, piccolo Ulisse ancora pieno di sogni e ambizione, di violare i misteri delle colonne d'Ercole della sua immaginazione. Ora sa che erano solo fantasie di un fanciullo, eppure continua a desiderare, certe notti, di poter salire su una barca, farsi inghiottire dalla notte, remare... remare fino a perdere le forze per poi lasciarsi trasportare dalle correnti verso terre lontane dove poter dimenticare il suo dolore.

In lontananza vede le luci della città riflettersi nell'acqua scura e sente le onde scagliarsi impetuose contro i frangiflutti. C'è profumo di mare. La luna, vezzosa, si nasconde dietro le nubi. "Che si stia avvicinando un temporale?" pensa, e per un attimo la fitta coltre di pensieri che lo turba si squarcia, "forse dovrei rientrare... avrei proprio dovuto portare un ombrello".

Se poteste vederlo forse capireste il turbinio di sensazioni che gli imperversa intorno, a tratti sembra che i demoni del suo passato assumano consistenza e gli danzino intorno sbeffeggiandolo mentre  lui, ignaro, cerca di scacciare passioni mai dimenticate.

Cammina solo, abbassa lo sguardo nelle rare occasioni in cui qualcuno gli passa accanto, forse vergognandosi della sua debolezza. Ha uno sguardo così bello, occhi di un verde limpido, profondi e dolci, però non riesce a nascondere il velo di tristezza che li copre.

Cadono le prime gocce di pioggia, lo sorprendono, resta immobile sotto la debole luce di un lampione. La sua ombra sembra un buco nero pronto ad inghiottirlo, quasi desidera che un oblio eterno lo costringa a strapparsi di dosso una parte di sè, la più importante. Alza la testa per rivolgere il viso al cielo scuro, per sentirsi l'acqua scorrere addosso. E' ancora lì ma ora accanto a lui c'è lei che ride felice per quel temporale improvviso, sembra passata un'eternità. Il ricordo di lei è vivido, allunga una mano nell'assurda speranza di poterla toccare ancora, accarezzarla come quel giorno, baciarla.

Stringe il pugno con forza e l'immagine scompare. Che sia passato un secondo, un minuto, forse un'ora? Non lo sa ma ha smesso di piovere. Sente le guance bagnate e stavolta non è il cielo su di lui. Sta piangendo. Domani avrà la forza di guardare avanti, oggi lascia che i rimorsi e la rabbia che lo dilaniano vengano fuori, oggi piove...

ON AIR : Skunk Anansie: You'll Follow Me Down

[...]
'Cos I don't want you, to forgive me,
you'll follow me down...
[...]

giovedì 31 gennaio 2008

Musica è

Era una bella serata. L'aria era fredda ma serena e avevano deciso di uscire a fare quattro passi. Impegni, responsabilità, da tempo non uscivano. Stavano crescendo e la voglia di fare baldoria diventava sempre meno, sostituita dalle preoccupazioni di una stressante quotidianità.

L'occasione di una esibizione di un quartetto Jazz si era rivelata un'occasione troppo ghiotta per mancarla ancora una volta, così si erano preparati di tutto punto ed erano usciti. Aspettavano l'arrivo di fidanzate e amicizie e (mis)conoscenze varie chiacchierando di quel che era stato e di quello che sarà.

Uno dei ragazzi però, il protagonista di questo racconto per l'esattezza, non era del tutto tranquillo: in fondo il paese era piccolo ed era quindi grande la probabilità che incontrasse proprio lei.
        Sperava che succedesse?
        Certo che si!
Ciononostante una piccola parte di lui era turbata dall'idea di vederla. Era passato molto tempo dall'ultima volta che erano usciti insieme e temeva che troppe istantanee del passato tornassero a scorrergli sotto gli occhi.

Il locale iniziava a riempirsi, i musicisti terminavano di preparare gli strumenti mentre cameriere indaffarate ronzavano tra i tavoli raccogliendo le ordinazioni dei ritardatari. Le luci soffuse, il calore, i suoni, gli odori, tutto contribuiva a creare un'atmosfera particolare, sospesa, come se fuori da quella sala il mondo si fosse fermato aspettando l'ultima nota, segnale convenuto, per riprendere a muoversi.

La musica era iniziata e il nostro giovane ne era stato rapito quasi immediatamente, ora non solo il mondo fuori bensì tutto, compreso le persone che gli stavano attorno, era diventato uno sfondo per le melodie che lo avvolgevano. Aveva dimenticato il pensiero di lei, il tempo passava e credeva che avesse infine deciso di non uscire, o di andare da qualche altra parte. Era ormai immerso nelle suggestioni che ritmi e melodie creavano nella sua testa.

Un ritmo dolce, malinconico, quello di un uomo innamorato che sussurra parole colme d'amore alla donna che gli dorme affianco, consapevole che lei non le ascolterà, che può confessare tutto ciò che non riesce a dire quando lei lo guarda con quegli occhi grandi e profondi. Il suono che una carezza farebbe se fosse musica, questo ascoltava quando finalmente si accorse che lei era appena entrata. Subito un tuffo al cuore, ogni volta si chiedeva come fosse possibile che a dispetto delle innumerevoli volte in cui si erano incontrati ancora non riuscisse a trattenere la sorpresa, l'ansia, la gioia di vederla.

Era tanto bella, come sempre, e faceva fatica a toglierle gli occhi di dosso. Pensava tra sè, "sono felice che sia venuta... mi manca così tanto...". Ora le note erano come macchie di colore che si sovrapponevano, si fondevano per creare ritratti di scene passate, un volto sorridente, spensierato, deciso a vivere il momento senza pensare a quel che sarebbe stato.

Quella sera però il suo viso non era sereno e lui credeva di conoscerla abbastanza da capire che c'era qualcosa che non andava.  Rigida, impacciata, stranamente silenziosa quando lui era abituato a vederla vivace, continuamente in movimento... non era a proprio agio e il ragazzo sapeva di esserne il responsabile.

Le voleva bene, per lui era diventata una delle persone più importanti... e doveva evitarla, costringersi a non pensarci, a non pensarla, per evitarle di star male ancora. Averla davanti quella sera, poterla guardare ancora una volta, era stato il più bel regalo che potesse fargli. Lei non lo sapeva ma era tanto tempo che il giovanotto non si sentiva così bene ed il merito era anche e soprattutto suo.

La serata ormai era finita, stavano rientrando a casa e il ragazzo aveva perso un po' di baldanza, "ancora un addio" pensava. La guardava allontanarsi, avrebbe voluto chiederle perché era stata così distante, scusarsi, pensava fosse colpa sua; avrebbe voluto rassicurarla, dirle di non ascoltare le voci di tanti presunti amici, di dar retta solo al proprio cuore, a quello di lui... ma non disse niente. Era una bella serata e allontanando i fantasmi del passato tornò a camminare verso casa.

martedì 15 gennaio 2008

Nothing else...

Così vicino non importa quanto lontano
Non può essere troppo lontano dal cuore
Abbi sempre fiducia in chi siamo
E nient'altro ha importanza


Non mi sono mai aperto così
La vita è nostra, e la viviamo a modo nostro
Tutte queste parole che non dico
E nient'altro ha importanza


Cerco fiducia e la trovo in te
Ogni giorno per noi qualcosa di nuovo
Apri la mente ad un nuovo punto di vista
E nient'altro ha importanza


Fregatene di ciò che fanno
Fregatene di ciò che sanno
Ma io lo so


Così vicino non importa quanto lontano
Non può essere troppo lontano dal cuore
Abbi sempre fiducia in chi siamo
E nient'altro ha importanza


Fregatene di ciò che fanno
Fregatene di ciò che sanno
Ma io lo so


Non mi sono mai aperto così
La vita è nostra, e la viviamo a modo nostro
Tutte queste parole che non dico
E nient'altro ha importanza


Cerco fiducia e la trovo in te
Ogni giorno per noi qualcosa di nuovo
Apri la mente ad un nuovo punto di vista
E nient'altro ha importanza


Fregatene di ciò che dicono
Fregatene dei loro giochetti
Fregatene di ciò che fanno
Fregatene di ciò che sanno
E io lo so


Così vicino non importa quanto lontano
Non può essere troppo lontano dal cuore
Abbi sempre fiducia in chi siamo
No, nient'altro ha importanza


ON AIR: Metallica - Nothing Else Matters

mercoledì 9 gennaio 2008

Troppe parole

[...]
E tu spiegami adesso tutto questo silenzio dove va a finire
Se non riesco a parlarti e non so più toccarti
Mi sento morire
Spiegami questa distanza
Spiegami tu l’indifferenza
Ora non so più mentire
Ho trovato il coraggio di dire che mi sento morire
Morire come fosse l’ultima speranza di trovare una bellezza ancora intatta


ON AIR: Giorgia - Parlo con te



Ancora una lacrima, l'ultima...

venerdì 30 novembre 2007

Dovevo dirti...

...ma ora ho solo voglia di silenzio...

(io ti sorrido ma non puoi più guardarmi
confesso che non ho più armi e sogni qui per te
per te che mi aiutavi ogni giorno a vivere
per te che ora io non vivo più)



ON AIR: Velvet - Dovevo dirti molte cose

domenica 18 novembre 2007

Tempo di secca...

Ditemi voi se non vi fa venire la pelle d'oca... a me si, anche se l'ho ascoltata almeno un milione di volte, e questo dovrà pur significare qualcosa (a parte il fatto che fa freddo)...

Here we are 
Stuck by this river, 
You and I 
Underneath a sky that's ever falling down, down, down
Ever falling down.

Through the day
As if on an ocean
Waiting here,
Always failing to remember why we came, came, came:
I wonder why we came.

You talk to me
as if from a distance
And I reply
With impressions chosen from another time, time, time,
From another time.
Siamo qui
Ipnotizzati da questo fiume,
Tu ed io
Sotto un cielo che continua a cadere giù, giù, giù
Continua a cadere giù.

Dopo aver attraversato il giorno
Come se fossimo in un oceano
Stiamo aspettando qui,
Sempre senza riuscire a ricordare perchè siamo venuti, venuti, venuti:
Mi domando perchè siamo venuti.

Mi parli
come se lo facessi da molto lontano
E io ti rispondo
Con sensazioni prese da un altro tempo, tempo, tempo,
Da un altro tempo

ON AIR: Brian Eno - By This River

martedì 13 novembre 2007

Goodbye...

L'ho sentita e ne sono rimasto incantato... il pianoforte, la sua voce, una canzone dolce... e malinconica... e velata di speranza... speranza...

[...]
E mi stenderei sul tuo corpo e asciugherei le tue lacrime
ma adesso è troppo tardi per essere come ieri.
Ed il tempo sta correndo via e dobbiamo ancora dirci...
Addio
[...]

ON AIR: Peter Cincotti - Goodbye Philadelphia

sabato 10 novembre 2007

Impressione

[...]
No, cosa sono adesso non lo so,
sono un uomo, un uomo in cerca di se stesso.
No, cosa sono adesso non lo so,
sono solo, solo il suono del mio passo.
e intanto il sole tra la nebbia filtra già
il giorno come sempre sarà.
[...]

ON AIR: Premiata Forneria Marconi - Impressioni Di Settembre