venerdì 2 luglio 2010

Di allontanamenti e strade che conducono a casa

Dio, era una vita che non passavo da queste parti... come stai, vecchio blog? Raccontami, cosa hai fatto in tutto questo tempo? Sei stato letto da molte persone? Hai ripensato alle cose che ci siamo detti? No, sul serio, come te la passi?

Io sto bene, ho pensato spesso di passare a salutarti ma ogni volta saltava fuori qualcosa di più urgente e meno impegnativo. Ho fatto i conti con il mio passato e sai, il saldo non è esattamente positivo, ma va bene così, sono contento.

Ora come ora mi riesce difficile fermarmi a scrivere, forse perché sono uno di quelli che pensa a lungo a quello che gli succede ma che poi tira fuori tutto d'istinto, senza preoccuparsi troppo di quello che accadrà dopo.

Eppure mi sei mancato, mi è mancato fermarmi qui per un po' a chiacchierare, cercando di trovare la corretta messa a fuoco che nella confusione del vivere è così difficile trovare.

Spesso la sera mi chiedo chi sono davvero. Si, lo faccio ancora e probabilmente non smetterò mai di farlo. A volte mi rispondo che sono io, niente altro, e che in fondo sono più che sufficiente. Altre volte avrei bisogno che qualcuno mi rassicurasse, che mi sussurrasse gentilmente che sono qualcuno, che valgo qualcosa. Quando mi sento così cerco di non soffermarmi sui miei pensieri, mi ripeto che è un momento e che passerà presto. Quando mi sento così mi ricordo del perché tu esisti e sapere che sei qui, perfettamente immobile, fermo dove ti ho lasciato, è consolante.

Quando ho scelto l'immagine che mi avrebbe rappresentato ai tuoi occhi l'ho fatto perché mi aveva colpito, mi era piaciuta da subito. Un uomo sotto la pioggia, solo con il suo ombrello. Una sagoma nera su cui spicca un cuore rosso acceso. Non pensavo che anche a distanza di tempo l'avrei sentita così mia. Mi rappresenta meglio di quanto potrebbe fare qualunque foto.

Sei stato paziente e questo io lo apprezzo, credimi. Hai assecondato i miei sbalzi d'umore senza mai farmi pesare gli innumerevoli difetti di cui pure sei stato testimone, e in cambio io ti ho aperto il mio cuore, raccontandoti e raccontandomi nella speranza di capire e di capirmi.

E adesso sto pensando a quello che ho appena scritto rendendomi conto che, come al solito, ho parlato di niente. Ma a te non dispiace, e io sono contento perché era tempo che ti ritrovassi. A presto, vecchio blog... a presto.

ON AIR: Tim Hanauer - Dream a Better Way