domenica 27 aprile 2008

Domande... maledetto bisogno di provarci, di capire... mettere da parte l'orgoglio, per una volta, come ogni volta?
Sentire tutto scivolare tra le dita... affannarsi per raccoglierlo... restano solo briciole.
Dalle controversie tra ragione e sentimento nascono incoerenze di gesti e parole.
Fughe... non conducono ad approdi sicuri... non si può scappare da sè.
Acqua alla gola... non avere la forza di nuotare uccide.
Trattenere tutto dentro... sperare di implodere... di annullarsi tra le pieghe più nascoste dell'universo... ma senza far rumore, come un fiocco di neve... il primo...

ON AIR: Giovanni Allevi - Panic

sabato 26 aprile 2008

Per SCRIVERE LIBERO II - prima edizione

A volte dimenticare le regole non può che far bene, anche se il risultato fa sorridere liberarsi dalle costrizioni aiuta a tirar fuori chi siamo davvero!
Devo dire che poter tornare a Scrivere Libero è piacevole e spero che diverta voi tanto quanto diverte me...

Una volta mi anno chiesto di dire chi sono e io non sapevo che dovevo rispondere, così ci o pensato un sacco di tempo, che proprio non ciavevo gnente di migliore da fare, e dopo tutto 'sto pensare ho pensato una cosa troppo fica: io non sono V., sono una palla da discoteca, come quelle che si atacano al soffito, tutte fatte di specchiettini che sbrilluccicano in tanti modi strambi quando ci vanno a finire sopra le luci (o le lucciole?). Che ti puoi incantare a guardarmi e pensi, soprattutto se ti hai calato qualcosa di bello peso, "cazzo che trip, potrei rimanere a guardare 'sta palla per ore!", e ti perdi e ti incanti nei riflessi sempre diversi... e nel mentre che mi guardi io continuo a girarmi intorno, come che sto cercando quello che non ce ma che propio non mi voglio arendere.
E rifletto, e quando sono stato colpito da un raggio per un attimo mi accendo e sparpalio intorno a me quella luce, che così tutti possono provare per un po quello che provo io. Ma la lucentezza di una palla da discoteca e effimera (che non so se è la parola giusta, me la spiegata una volta una luce strobo che fa sempre la parte della secchiona solo perché sa parlare bene, ma non è mica colpa mia se in discoteca vedo solo tamarroni che mi imparano male le cose, e comunque la strobo mi a detto che effimera è una roba che dura propio pochissimissimo e poi sparisce... mah) e quando tutti vanno a casa che si e fatto tardi e anno sonno, e inizia a vedersi una fettina di sole e il locale chiude io resto sola al buio, ferma, un po' stanca e un po' triste, e mi viene da ricordarmi di quando brillavo e di quella luce che pensavo non si spegnerebbe mai.
La musica presto o tardi finisce...

venerdì 25 aprile 2008

Tutte scuse...

Buonasera a tutti, il proprietario del blog che state leggendo si profonde nelle sue più sentite scuse per le assenze e i ritorni intermittenti. Purtroppo, non potendo essere qui questa sera, ha mandato una persona di fiducia, cioè me, a fare le sue veci ed io farò del mio meglio per rispondere alle vostre domande e non deludere la fiducia dell'autore.

Innanzitutto vi informo che lui sta bene, ha accumulato un po' di tempo lontano dagli affanni per cercare di fare -farsi- chiarezza ma l'ultima volta che l'ho sentito ha detto che stava rientrando. La sua voce sembrava più o meno la solita, forse un po' meno triste e un po' più stanca e rassegnata; mi chiedo, e sicuramente ve lo starete chiedendo anche voi, dove questo allontamento lo abbia condotto... ma sono certo che sarà lui a raccontarvelo direttamente non appena potrà.

In secondo luogo, e con questo veniamo al motivo principale per cui sono stato mandato qui, lui vorrebbe scusarsi. Mi ha raccontato, io penso di aver capito cosa prova ed ora cercherò di spiegarlo anche a voi: a volte si usano espressioni "crude" perché la rabbia è più forte del buonsenso e, ironia della sorte, a volte questa rabbia scaturisce proprio da altre parole usate forse male, forse bene, sicuramente in modo incisivo. A volte non sono le parole stesse, ma chi le pronuncia.
A tali espressioni è facile rispondere con frasi colme di risentimento, rabbia, malinconia, delusione. Facile si ma non giusto ed è per questo che ci scusiamo.

Infine, lui vorrebbe che vi dicessi questo: anche se al momento non ha voglia di vedere o di parlare con alcune persone, quelle stesse persone non le ha dimenticate, anzi, e il suo evitarle è stato il modo per tenerle a distanza dai posti in cui fanno più male. Nonostante tutto l'affetto resta immutato e immutabile.

Ringrazio tutti coloro che sono intervenuti, avrei voluto darvi ulteriori notizie ma non so davvero niente di più. Spero che ci rivedremo presto, ora non mi resta che salutare e tornare alle mie mansioni, buona serata a tutti.

sabato 19 aprile 2008

Quando tutto sbiadisce

Cosa rimane quando dai tutto te stesso e quel che resta è una parentesi?
Quando ti rendi conto che la persona che per te contava di più al mondo non ha mai compreso davvero quello che provavi?
Quando ti dicono che ti comporti come un tredicenne e non sai come spiegare che forse è vero, le azioni e le parole sono quelle di un ragazzino, ma il cuore e i sentimenti sono quelli di un uomo?
Quando scopri che qualcun'altro ha deciso per te?
Quando ti chiedono di rinunciare all'unica che hai amato davvero e lo fai perché non farlo significherebbe farla soffrire ancora?
Quando ti senti stupido per aver rinunciato ad andare fino in fondo perché dentro di te non potevi fare a meno di pensare che "no, così non è giusto"?
Quando desideri qualcosa così intensamente da dimenticare tutto il resto?
Quando un profumo ti ricorda lei e scopri che stai trattenendo le lacrime a fatica?
Quando incontrarla per caso ti fa così male che vorresti sparire?
Quando vorresti credere a chi ti dice che tutto andrà bene sebbene tu sappia perfettamente che non sarà mai così?
Quando hai paura perché non riesci a mandarla via?
Quando soffri perché è stata la prima, temi che sia l'unica e sei certo che resterà sempre la più importante?
Quando ogni sera, prima di addormentarti, con gli occhi ormai chiusi per metà, il tuo pensiero torna ad uno di quei momenti in cui lei era perfetta... in cui lei era lei?
Quando pensi a quella sera che per gioco le hai chiesto di sposarti e per un secondo ti sei sorpreso a desiderare che ti dicesse di si?
Quando sei così arrabbiato... e confuso... e addolorato da chiederti se ne è davvero valsa la pena?
Quando fai tutto quello che puoi perché l'unica cosa che potrebbe farti stare peggio è il rimpianto di non averci provato fino in fondo?
Quando raccogli un pezzo di luna per lei e lo tieni da parte, al solo scopo di vedere la sua faccia quando te lo chiederà e tu glielo darai?
Quando un bacio è "solo un attimo"?

Cosa rimane quando vorresti non aver mai detto "ti amo"?

giovedì 17 aprile 2008

A volte le parole non sono sufficienti, a volte sono difficili da pronunciare perché sai che possono cambiare tutto, a volte non puoi fare altro che seguire l'istinto...

Una parte di me continuerà sempre a sperare che tu non vada via ogni volta, che tu riesca a trovare un motivo per rimanere qui...

sabato 12 aprile 2008

Tutto ritorna

Ho ancora un grosso peso dentro, un macigno che schiaccia la mia volontà. Così involontariamente non riesco a fare a meno di tornare a pensare a lei.
Ho combattuto contro desideri che volontariamente ignoravo una battaglia che mai avrei potuto vincere.
Le ferite bruciano troppo, dolore ancora più intenso quando tenti di cicatrizzarle, a tratti insostenibile, tanto che vorresti morire... ma mi accorgo che sto già morendo, dentro, oceano di candele che il vento di ogni nuovo giorno spegne con la delicatezza di una ineluttabilitàsofferta e sofferente.

E so che solo una persona sarebbe in grado di riaccenderle... certezza che spaventa in quanto figlia di riflessioni amare. Ore con la testa tra le mani a chiedermi se tutto questo avrà mai fine, se continuare a lottare ha senso, implorando il dolce abbraccio di un oblio temuto, si, ma troppe volte altrettanto intensamente desiderato.

Ho un demone in corpo che morde e graffia, dilaniando residui di ciò che ero, bramoso di distruggere ciò che sono. Delitto e castigo ma da tempo la pena ha smesso di essere commisurata al reato...

ON AIR: Afterhours - Pelle

giovedì 10 aprile 2008

Made in Japan

Lontano da lei,
più di quanto vorrei,
mai abbastanza.


Un haiku è un componimento poetico di tre versi caratterizzati da cinque, sette e ancora cinque sillabe. È una poesia dai toni semplici che elimina i fronzoli lessicali e le congiunzioni e trae la sua forza dalle suggestioni della natura e le sue stagioni. L'haiku fu creato in Giappone nel secolo XVII e deriva dal tanka, componimento poetico di 31 sillabe che risale già al IV secolo. Soggetto dell'haiku sono scene rapide ed intense che rappresentano, in genere, la natura e le emozioni che esse lasciano nell'animo dell'haijin (il poeta). La mancanza di nessi evidenti tra i versi lascia spazio ad un vuoto ricco di suggestioni.
Gli haiku tradizionali non hanno alcun titolo.


Ulteriori informazioni qui!

ON AIR: Moltheni - Nella Mia Bocca

lunedì 7 aprile 2008

Come tante altre volte

Ho deciso, metto su un bel disco, sento il desiderio di distrarmi... "on air" i Cream e il loro blues psichedelico figlio degli anni '60. Ribellione, droghe, amore libero, se fossi nato qualche decennio fa sarei stato molto diverso. Purtroppo ci sono cose che non si possono scegliere, tutto quello che si può fare è cercare di vivere al meglio delle proprie possibilità.
Accendo una sigaretta... "perché no" penso, "non sarà una canna ma a darmi qualche aria vintage non ho che da guadagnare!". La musica è a tratti ipnotica, chitarra e basso che si alternano e si inseguono, tutta la mia attenzione è rapita dalle volute di fumo che intrecciano strani ghirigori nell'aria.

La voce di Eric Clapton mi scuote con la forza di emozioni già provate... "one summer day, she went away. Gone and left me, she's gone to stay". Cerco di ricordare cosa ho fatto nel week-end ma ho un vuoto totale che parte dalla notte di giovedì ed arriva a domenica sera. Ricordo solo di aver completamente staccato il cervello, di essermi imposto, con una forza di volontà che non sapevo mi appartenesse, di escludermi dal mondo.

Vederla così bella è stato un duro colpo, o forse a fare male è stato solo il suo inaspettato comparirmi davanti. Lei era in compagnia, come me del resto, avrei voluto parlarle ma sapevo che insieme a lei pochi secondi sarebbero diventati minuti e poi ore, così ho preferito uscire a prendere un po' d'aria. Sentivo la testa girare, incapace di soffermarsi su una delle tante immagini che erano improvvisamente riaffiorate da ricordi tenuti fino ad allora da parte a costo di grandi sacrifici.

Quella sera non sono riuscito a guardarla negli occhi, vorrei riuscire a trovare una spiegazione diversa da quella che ho in testa che suoni convincente ma non ci riesco. Non ce l'ho fatta perché sarebbe stato straziante vederla voltare lo sguardo per andare via.

Le casse continuano a vomitare note, nonostante sia presto mi sento stanco ma ho ancora così tante cose da fare... e poi oggi c'è il sole.