domenica 28 settembre 2008

It's a cold winter

Domenica sera.

Strade vuote. Desolate.

Freddo. L'inverno sembra più vicino ogni giorno che passa, e questi giorni stanno passando lenti e stanchi. Controvoglia ho tirato fuori dall'armadio qualche maglia più pesante (ti vorrai mica ammalare? Non ti bastano gli acciacchi che già hai? Perché andarsene a cercare degli altri?), inizierò ad indossarle, una sull'altra, sperando di riacquistare una temperatura adatta alla vita, ma la situazione non cambierà.

Perché il freddo viene da dentro, previsioni meteo per il futuro: gelo costante, rischio di assideramento. Vorrei non fosse così nonostante sappia che ora non ho motivi per spingermi a cambiare. Mi sono rintanato in un angolo confidando nella protezione del silenzio, e se la voglia di uscire è sotto le scarpe, figuriamoci quella di vedere gente! E' un circolo vizioso, me ne rendo conto, più coltivo questo desiderio di solitudine più diventa difficile trovare motivi per allontanarmene. Ho piazzato un bel divieto d'accesso all'ingresso di me e se qualcuno non dovesse accorgersene sappia per tempo che proseguire oltre è inutile, più avanti ci sono solo altri divieti, non è consentita la sosta, tantomeno la fermata.

Mi accontento di me (bugiardo! menzogna!!!), non chiedetemi di aprire, non suonate, tanto le uniche persone che ho voglia di vedere posseggono le chiavi e alle altre non risponderò.

Il tempo lenisce ogni dolore ma quando fa così freddo anche le vecchie ferite tornano a farsi sentire.

mercoledì 24 settembre 2008

Heroes

Avevo iniziato a vedere Heroes, mi aveva incuriosito ma avevo abbandonato presto perchè dimenticavo sempre il giorno in cui veniva mandato in onda. Ora su Italia 1 è iniziata la seconda stagione, così è tornata la curiosita. Ho recuperato le puntate che mi mancavano della prima serie e mi sto rimettendo al passo.
Sto guardando Heroes insomma... e mi piace!!!

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Tra l'altro recentemente mi hanno detto che somiglio a codesto ometto (anche se secondo me io sono più fico :D ), tale Milo Ventimiglia:


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Ma in realtà mi piace Heroes perché c'è lei (e vi assicuro che questa foto non le rende giustizia):


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Tralasciando le facezie, mi affascina l'idea che una persona qualunque possa svegliarsi e scoprire di avere dei poteri assurdi... ed esserne spaventata, non sapere cosa farne, come gestirli. Credo che i fumetti da cui una serie come Heroes trae ispirazione abbiano delle componenti psicologiche di grande interesse e fin troppo sottovalutate.

Ma forse la verità è che in fondo sono solo un bambino che si rifiuta di crescere, che continua a sognare, ad immaginare, ad inventare storie... e se devo proprio dirla tutta mi sto bene così. :)

martedì 23 settembre 2008

E lasciami sfogareeeeeee....

Ho qualcosa dentro che scalpita per venire fuori. Rabbie confinate nei più remoti recessi dell'animo, sigillate perché ne sono io stesso spaventato. Ho voglia di essere cattivo con chi mi ha fatto del male, con chi pensa di farmi del bene, con chi mi guarda con sufficienza, con chi non ha la capacità di comprendere o le capacità per comprendere. Ho voglia di colpire, mordere, straziare... eppure non lo faccio. Combatto una sorta di guerra fredda tra me e me, strategia del terrore, se trovassi il coraggio di farmi esplodere come un ordigno atomico chi può dire quali sarebbero i risultati?

Perché anche le parole feriscono, tagliano come i famigerati coltelli dello Chef Tony. Sono armi affilate e nelle mani, nelle bocche, sbagliate possono fare danni inimmaginabili, io lo so.

Fondamentalmente sono un impulsivo, quando sono a contatto con situazioni che mi coinvolgono profondamente non riesco ad applicare i filtri che di solito sovrappongo alla vita. In queste circostanze parlo, d'impeto, ed ho, purtroppo, il "dono" di saper far male. Per questo da sempre preferisco rimanere in silenzio, evitare i diverbi. Nessuno capirebbe.

Avrei tante cose da sputare in faccia a troppa gente, ciononostante continuo a farmi i cazzi miei, del resto... cui prodest?

lunedì 15 settembre 2008

Niente di più...

Guardarti negli occhi per vederti distante, lontana da me, lontana da noi. Parlarti sapendo che non mi ascolti, che non capisci. Pochi raggi di sole obliqui bucano nubi grigie, come spilli, si rifrangono e si spezzano sui vetri di queste finestre mentre osservo il mondo fuori. Inizia a piovere, no, sono solo lacrime, ricordi che mi accarezzano il viso, e cadono.

Stanco, sento la vita scorrermi attorno, così veloce da non riuscire a fermarla in un immagine, si lascia dietro scie che provo a seguire ma le gambe sono così pesanti, e così forte è la voglia di fermarsi a riposare ancora un po', come quando ero bambino e l'estate rimanevo incantato su di un albero a guardare il cielo attraverso le fronde. E tutto era semplice.

Ora ho delusioni e ferite da nascondere, perché ad ogni domanda è come se una pugnalata, l'ennesima, aprisse uno squarcio in ciò che resta di quel che un tempo era un cuore. Sorridere, far finta che tutto vada bene, aggrapparmi, naufrago, al ricordo di un sorriso.

Ieri principessa, regina forse mai.

Niente di più...

ON AIR: Andy McKee - When she cries

mercoledì 10 settembre 2008

lunedì 8 settembre 2008

E-state sereni

Di nuovo Settembre.

Le vacanze sono finite e, giusto per sottolinearlo nel caso non me ne fossi accorto, sono raffreddato. Il caldo però continua ad essere a tratti opprimente, anche qui dove speravo invece di poter rifiatare dopo avere convissuto per un mese con una temperatura media di 34-35 gradi. Nonostante tutto questo sono felice.

Quando sono partito avevo un fortissimo desiderio di andar via, come non mi capitava dai primissimi anni di vita fuori. Ero lontano da casa da mesi ma non era un motivo sufficiente, l'ho capito dopo, ed ho capito che mi mancavano i luoghi, certamente, ma ancora di più mi mancavano le persone.

Tutto è successo come sempre, come se ognuno di noi non fosse andato via che per pochi giorni. Convenevoli di rito, senza esagerare però, tanto ci conosciamo da una vita e i formalismi hanno perso ogni importanza anni fa. L'intesa, l'affiatamento di chi ti conosce quasi quanto te stesso, il capirsi con uno sguardo, un cenno, il parlare con gente che ha vissuto le tue stesse esperienze, che è come te, ecco cos'era quel senso di mancanza degli ultimi tempi.

Persone che ci sono da sempre... e persone che sono arrivate, un po' per caso e un po' no, ad offrire la loro compagnia, a condividere un po' del proprio tempo.

E i luoghi, la Grottangeles che in un modo o in un altro continua a stupirmi, il calore ed i colori del Salento... il mare. Il mare d'estate, pieno di gente al punto che a volte diventa difficile trovare un lembo di spiaggia libero. Il mare che a guardarlo da lontano ha tutte le sfumature del blu. Il mare così trasparente che anche a 50 metri dalla riva riesci ancora a vederne il fondo. La spiaggia che al tramonto, quando la maggior parte dei bagnanti ormai è andata via, diventa il posto più bello dell'universo... e ti convinci di aver trovato la tua dimensione e non vorresti andare via per nessuna ragione al mondo. Il mare che di notte, quando tutto intorno è silenzio, sembra intonare una ninna-nanna per tutti coloro che hanno ancora voglia di ascoltare.

E' stata una bella estate, avrei voluto che non finisse così in fretta, davvero, non so se sono pronto a riaffrontare le questioni che ho lasciato in sospeso, so che il mio cuore oggi è ancora distante, è rimasto a casa.