venerdì 16 dicembre 2011

Mi avete rotto il cazzo

Si, MI AVETE ROTTO IL CAZZO!


Con quell'arroganza, gli sguardi di superiorità, i commenti pieni di scherno. Con il rinfacciare ogni gesto, ogni parola, come se disegnandovi un'aureola sulla testa poteste far credere di essere santi. Con le battutine, gli sguardi di sottecchi, i commenti a mezza voce.

E non vi rendete conto della vostra ottusità, del tarlo dell'ignoranza (intesa neppure come mancanza di conoscenza, bensì come incapacità di cercare la stessa) che vi rende ridicoli. E vi riempite le bocche di titoli accademici, luoghi visti o da vedere, idee prese in prestito.

Io non ho più voglia di sopportare i vostri discorsi sterili facendo finta di nulla, dissimulando la noia sotto un garbato interesse. Non ce la faccio. Non più.

ON AIR: Marlene Kuntz - A fior di pelle



Tutto quel che ho sono il mio cuore e la mia mente

martedì 13 dicembre 2011

Di suoni nuovi

Se capissi che il passato non è altro che passato?
Vecchie foto, canzoni di cui non ricordi le parole.

"... e in un giorno felice dimenticherò che sei stata una ferita..."

ON AIR: Tomakin - Bar Code

sabato 3 dicembre 2011

A brand new day

Eccoci.
Dopo anni di Splinder la di lui chiusura mi ha spinto, una volta tanto per tempo, alla ricerca di nuovi lidi virtuali su cui approdare. Gli esperimenti e la fatica, specie per salvare anni di me condensati in un blog, sono stati tanti ma credo di aver trovato la pace.

Mi piace qui, credo che mi fermerò per un po'... spero che non dispiaccia a nessuno. Per conto mio, siete tutti i benvenuti. Del resto si sa, più siamo e più ci divertiamo.

lunedì 12 settembre 2011

A un passo dalla fine...

...e inaspettatamente un po' in ansia.

Speriamo solo che arrivi in fretta giovedì.

giovedì 18 agosto 2011

Le tue (mie) parole fanno male (quando non le capisci)

Che poi io ci penso e ci ripenso, e ci riripenso, e ririripenso, e così via. E la conclusione a cui giungo è sempre la stessa: "magnatavèlla n'emozione!"

ON AIR: Lucio Battisti - Prendila così

domenica 17 luglio 2011

Ogni arrivo è una partenza

Perché una cosa finisca deve prima iniziare.

E tutto ciò che ha un inizio prima o poi arriverà alla fine.

Sono stato bene a volte, e spesso male. Tra il principio ed il termine sono passati i giorni, e i mesi e gli anni. E gli occhi e il cuore sono pieni, stanchi e ammaccati eppure soddisfatti.

Dei mille e più volti quasi tutti sono ricordi sbiaditi.Alcuni resteranno, si trasformeranno in ricordi di dolci struggenti amori passati, mentre altri saranno storie da ricordare e raccontare quando signora Nostalgia deciderà di tornare a far visita.

Scrivo, senza motivi e senza un preciso filo logico. Scrivo perché è qui che ho cominciato e farlo ora che un altro capitolo si chiude mi sembra la maniera più naturale di far quadrare il cerchio. E' la mia vita che tenta di mordersi la coda, è il mio modo di ricordarmi che ci sono e sono ancora io, nonostante tutto, nonostante tutti. Scrivo perché nonostante sia contento c'è sempre una punta d'inquietudine ad accarezzarmi la pelle appena mi distraggo.

Un brindisi. A ciò che finisce, perché permette a tutto il resto di cominciare.

ON AIR: Edwood - Distance

giovedì 12 maggio 2011

Sai che c'è?

C'è che a me a volte la primavera fa venire un po' di tristezza anche quando c'è un sole grande grande fuori.
Capiamoci, non che mi manchino gli ormoni. Quelli ci sono e non hanno neppure bisogno delle belle stagioni per risvegliarsi. Però in alcuni momenti è più forte il senso di incompletezza. Che magari stai passeggiando distratto, ti pare di vedere una faccia conosciuta e resti per un istante sorpreso perché è impossibile che sia li. E quando realizzi che no, non è lei, è impossibile che lo sia, allora torna a salire quella sensazione amara che pensavi il tempo avesse cancellato.

Continuo a cercare gli occhi che ho perso, e a sperare che nuovi sguardi li sostituiscano. E intanto il sole è alto in cielo ed io devo uscire anche se non mi va.

Ti aspetto, trovami.

ON AIR : Jovanotti - Io ti cercherò

sabato 16 aprile 2011

Dei dubbi

Uno dei primi ricordi di quando ero bambino è legato a un campo di papaveri.

Era il primo giorno di scuola. L'estate era quasi finita e ricordo il giardino sotto casa, sembrava un mare rosso. Ricordo il grembiule e lo zainetto a tracolla. E ricordo l'ansia, la preoccupazione mista a timore per quello che sarebbe successo, la novità che rappresentava separarmi da casa. Quell'ansia non sarebbe più andata via ma allora non lo sapevo ancora.

Ho avuto una infanzia felice. Ci penso, a volte. Penso ai pomeriggi d'agosto che sembravano non finire mai, ai giochi, alle corse in bici, al tempo speso ad inseguire un pallone e con lui i sogni di ciò che sarebbe stato il futuro.

E poi il futuro è arrivato, ed è diventato presente prima e poi passato. E' strano come quello che immaginavo si sia rivelato diverso da ciò che è stato davvero. Ma forse non è poi così strano, forse il senso della vita è che per quanto tu possa immaginarla, per quanto si possano sognare milioni di possibilità, lei riesce sempre a sorprenderti.

Ho sempre desiderato fare mille cose diverse e forse questo mi ha condotto a non farne nessuna davvero bene. Tra così tanti interessi non sono riuscito a trovare la mia strada. Così, in alcuni giorni che vorresti finissero in un lampo, mi attanaglia la vecchia ansia. L'incertezza su cosa sarà, su cosa farò, su cosa sarò, e mi domando chi sono davvero.

Chi sono?
E il tempo passa, non si ferma, non ti lascia il tempo di capire. Chi sono e cosa voglio, cosa cerco, cosa aspetto, chi, e perché. E allora l'ansia diventa magone, un peso che opprime la bocca dello stomaco e avvolge i pensieri in una spirale di dubbio e rimpianto. Come è possibile che sia così semplice dimenticarsi di sè?

ON AIR: Explosions In The Sky - Six days at the bottom of the Ocean

venerdì 28 gennaio 2011

Di esperimenti di scrittura creativa a otto mani

SALLY

L: "Quando ero piccolo credevo a tutto ciò che mi dicevano, ora non ceredo più neanche a ciò che vedo..."

E: ...certo, ci sono stati , a sprazzi, periodi in cui sentivo di potermi fidare, per lo meno del vecchio e della sua Sally, ma poi ho capito che mi stavo solo ingannando.

V: Mi piaceva Sally. Il vecchio la teneva in perfetto stato, con una cura quasi maniacale. Sempre pulita, lucida, gli interni in pelle e il profumo di arbre magique ogni volta che entravo. Sembrava un salotto, mi sentivo a casa.

S: Già, la cara vecchia Sally. Mi dispiacque quando per errore tolsi il freo a mano e la feci scivolare dolcemente verso la scarpata. Quel bastardo, in un modo o nell'altro, avrebbe dovuto pagare ciò che mi aveva fatto.

L: Tornando a casa avevo ancora il suo odore addosso, stavo impazzendo, avrei voluto dissolvermi nell'acido, ma ero certa che non sarebbe bastato... chiudevo gli occhi e vedevo le sue parole e sentivo le sue mani, annusavo i suoi gesti.

E: Tutto era cominciato quella sera, credo fossero all'incirca le 6, perchè ho ancora in mente che il sole mi feriva lo sguardo attraverso il parabrezza di Sally. Ero seduto di fianco al vecchio, mi aveva promesso che mi avrebbe accompagnata alla festa di primavera....sapete, agiocare con gli altri bambini, sulla giostra.

V: Ero elettrizzato, non vedevo l'ora di arrivare. Ero corso incontro alla macchina quasi volando. La mamma mi aveva vestito a festa, avevo passato almeno mezz'ora a cercare di pettinarmi e lei, dopo avermi guardato per un po' divertita, mi aveva tolto il pettine dalle mani riavviandomi i capelli e facendomi una carezza affettuosa. A quel punto avevo sentito il clacson e mi ero precipitato fuori.

S: La brezza della sera, io, Sally e il vecchio sfrecciavamo come il vento sulla 635, ma ancora non era perfetto. Come mi leggesse nel pensiero chiese alla rossa di appoggiarsi dolcemente a lato strada e lei senza esitare ubbidì. Scendemmo insieme e recuperammo il borsone dal baule. Insignificante e vitale, la collanina di perle che il vecchio mi aveva comprato al mercatino due settimane prima. Jenny, il vecchio conosceva Jenny.

E: Come se niente fosse il vecchio torno verso Sally, quasi dimenticandosi della mia presenza. Poi, all'improvviso, si fermò a metà strada pensando a capo chino, come se ad un tratto si fosse ricordato qualcosa di importante. A quel punto volse lo sguardo verso di me, che ero ancora in piedi vicino al baule, e mi accorsi che i suoi occhi erano cambiati... non un cambiamento fondamentale, si erano adombrati di un misto di malinconia e rancore. Il tutto durò un lampo, poi il vecchio ritorno su Sally e mi disse "sali, o ci perderemo quella dannata festa". Penso che fu allora che iniziai a capire.

L: Entrai nel vortice... Io, Sally, il vecchio e Jenny.. Povera piccola Jenny. Per me era tutto, sapeva starti accanto, ti guardava dentro e profumava di buono. No, non era come per gli altri, non la vedevo come una stupida barboncina. Jenny profumava di libertà. Mi ha liberato dal mondo, dal vecchio, da Selly, ed è ancora qua con me. Ora tocca a me liberarmi di lei. Aiutatemi. La amo troppo, ho bisogno di distruggerla

V: Ora ho voglia di fumare ma non riesco a ricordare dove diavolo ho messo le sigarette. Frugo nella borsa e cosa ci trovo? La collana, quella stessa collana di perle di tanti anni fa. E' strano venga fuori proprio adesso, davvero strano.

E: Non ci voleva in questo momento, non proprio ora. Sono già abbastanza sottosopra con il rinnovo del personale, con le circolari sempre più minacciose e poi... beh, e poi non mi arrivano. proprio ora che avrei bisogno di uno slancio per non vedere tutto nero, mi sento trattenuta, anzi, trascinata verso ricordi che speravo di aver rimosso. Vecchio del cazzo.

L: E' stato mentre guardavo quelle carte che ho avuto paura. I conti non tornavano e nel frattempo è arrivata la risposta del medico. Jenny, colei che ho amato e ho cercato di distruggere per troppo amore, senza riuscirci, proprio lei, con la sua rabbia, mi ha ucciso.

ON AIR: Nick Cave & The Bad Seeds - Where the Wild Roses Grow

sabato 1 gennaio 2011


Tantissimi auguri di buon anno
da Patrizia
e da tutti i suoi amici!