venerdì 30 maggio 2008

Scrivere Libero II - vi presento un amico

Per il compito di oggi la "maestra" mi ha chiesto di descrivere un amico. Ho pensato a lungo a chi avrei potuto scegliere, ci sono persone a cui voglio un bene dell'anima ma parlare di loro sarebbe stato troppo difficile mentre con altre i rapporti sono forse meno intensi ma si tratta comunque di presenze che hanno avuto un ruolo importante nella mia vita. Così dopo tanti pensamenti e altrettanti ripensamenti ho deciso di parlarvi del mio amico più vecchio e più caro.
Di lui posso dirvi che è tondo e resistente, di solito porta un vestito di cuoio con un disegno geometrico composto da tanti pentagoni bianchi e neri anche se non disdegna di cambiare a volte, colorandosi tutto di rosso o scegliendo dei bei disegni simili a tatuaggi. Se qualcuno di voi se lo stesse chiedendo rispondo che si, il mio amico di più vecchia data è un pallone.
Sin da quando ho memoria dei miei gesti mi vedo in sua compagnia, stentavo ancora a camminare quando ho iniziato a giocarci e da allora non ci siamo mai lasciati. Mi ha sempre rimbalzato accanto docile ed anche se è capitato che mi colpisse duramente, in viso, nella pancia o in altre zone particolarmente delicate, si è trattato sempre di piccole scaramucce.
Se provo a pensarci un attimo affiorano alla mente i ricordi di mille volte in cui quando le cose stentavano ad andare per il verso giusto mi sono sfogato con lui e sento ancora forte il bene che mi faceva. Abbiamo trascorso insieme lunghi pigri pomeriggi estivi, abbiamo sguazzato nell'acqua e nel fango, qualche volta ci siamo addirittura rotolati nella neve.
Ho perso il conto delle volte in cui la mamma mi ha sgridato perché sgattaiolavo fuori di casa prima di aver finito i compiti per giocare con lui, credo che lei non abbia mai compreso fino in fondo il rapporto che abbiamo.
Al mio pallone ho raccontato tutto quello che mi succedeva, mi è sempre piaciuto pensare che quella camera d'aria contenesse una piccola anima di aria compressa che rimbalzasse all'unisono con la mia. Credo che lui sia stato l'unico con cui mi sono sentito sempre me stesso, con la testa sgombra da ogni pensiero o preoccupazione... e questa sua capacità di farmi dimenticare tutto il resto è la qualità che apprezzo di più.
Ora che sono cresciuto e non ho più tanto tempo libero a disposizione ci siamo un po' allontanati, ci vediamo meno spesso, però a volte mi prende una voglia tremenda di giocare con lui così lo prendo sotto braccio e lo porto con me, solo io e lui, ed in quei momenti è come se avessi di nuovo dodici anni e quella sfera fosse tutto il mio mondo.
Vi racconterei tante altre cose ma la campanella sta per suonare e a casa mi aspettano per il pranzo, l'unica cosa che mi preme dirvi è che anche se a molti di voi sembrerà assurdo, stupido o magari folle... io al mio pallone voglio un bene dell'anima!

Per Scrivere Libero - II edizione...

giovedì 29 maggio 2008

Letture...

"Qualche volta una specie di gloria illumina lo spirito di un uomo. Succede quasi a tutti. Lo si può sentir venire su o prepararsi come il detonatore che sta per dar fuoco alla dinamite. E' un sentimento nello stomaco, un piacere dei nervi, degli avambracci. La pelle gusta l'aria e ogni respiro profondo è dolce. I suoi inizi danno il piacere di un bello sbadiglio aperto; balena nel cervello e tutto il mondo se ne accende davanti agli occhi. Uno può aver vissuto tutta la vita nel grigiore, e la sua terra e i suoi alberi possono essere cupi e bui. Gli avvenimenti, anche quelli importanti, possono esserglisi affollati intorno pallidi e senza volto. E poi la gloria, e un canto di grillo gli accarezza le orecchie, l'odore della terra gli sale osannante alle narici, e la luce variegata sotto un albero gli allieta gli occhi. Allora l'uomo si riversa all'esterno, come un torrente, eppure non sminuisce se stesso. E io credo che l'importanza di un uomo nel mondo possa esser misurata dalla qualità e dal numero delle sue glorie. E' qualcosa di solitario ma ci mette in rapporto col mondo. E' madre di ogni creatività, e separa ogni uomo dagli altri.
Non so come sarà negli anni che verranno. Nel mondo si stanno verificando cambiamenti mostruosi, ci sono forze che plasmano un futuro di cui non conosciamo il volto. Alcune di queste forze ci sembrano cattive, forse non in sè stesse, ma perchè la loro tendenza è di eliminare altre cose che per noi sono buone. E' vero che due uominoi possono alzare una pietra più grossa che non un uomo solo. Un gruppo di persone può costruire un'automobile più presto e meglio di un uomo solo, e il pane che esce da un grosso stabilimento è più uniforme e a buon mercato. Quando il nostro cibo, e il vestiario e le case dove abitiamo nascono nella complicazione della produzione di massa, un tale metodo è destinato a inserirsi nel nostro modo di pensare e a eliminare ogni altro. Nella nostra epoca la produzione di massa o collettiva ha fatto il suo ingresso nel regno dell'economia, della politica, perfino della religione, e alcune nazioni hanno sostituito l'idea della collettività a quella di Dio. Questo è il pericolo, nella mia epoca. C'è una grande tensione nel mondo, verso un punto di rottura, e gli uomini sono infelici e confusi.
In un'epoca simile, mi sembra naturale e buono pormi queste domande. In che cosa credo? Per che cosa e contro cosa devo combattere?
La nostra specie è la sola specie creativa, e ha un solo strumento creativo, la mente e lo spirito individuale dell'uomo. Niente è mai stato creato da due uomini. Non ci sono buone collaborazioni, sia in musica sia in arte, o in poesia, in matematica, in filosofia. Una volta che abbia avuto luogo il miracolo della creazione, il gruppo può edificare ed estendere, ma il gruppo non inventa mai nulla. La cosa preziosa giace nello spirito individuale dell'uomo.
E ora le forze spiegate intorno al concetto di gruppo hanno dichiarato una guerra di sterminazione alla cosa preziosa, allo spirito dell'uomo. Per mezzo di diffamazioni, affamandolo, con le repressioni, la direzione forzata e i possenti colpi di martello del condizionamento, lo spirito libero e vagabondo è continuamente inseguito, impastoiato, attutito, narcotizzato. La nostra specie sembra essersi messa sulla triste via del suicidio.
E io credo in questo: che lo spirito individuale liberamente esplorante sia la cosa più preziosa del mondo. E' per questo che io vorrei combattere: la libertà per lo spirito di prendere, senza costrizioni, la direzione che desidera. E contro questo io devo lottare: ogni idea, religione o governo che limita o distrugge l'individuo. Questo è ciò che sono e per questo io sono. Io posso capire perché un sistema costruito in base a un modello debba cercare di distruggere lo spirito libero, perché quello è una cosa che per sola forza di analisi può distruggere quel sistema stesso. Lo capisco benissimo, e mi ribello a questo e lotterò per difendere e conservare la sola cosa che ci differenzia dagli animali che non creano. Se la gloria può essere uccisa, allora siamo perduti."


(John Steinbeck - "La valle dell'Eden")

martedì 27 maggio 2008

Alla finestra

Quando ho bisogno di pensare mi siedo sul davanzale della finestra della mia camera. E' esposta ad est, così dopo mezzogiorno inizia a riscaldarsi. Il calore del sole sulla pelle mi dà una sensazione di piacevole torpore, è come se il tempo rallentasse, come se le percezioni si dilatassero per raggiungere un livello diverso di consapevolezza.
Mi piace vedere i colori vividi del primo pomeriggio, intensi, la luminosità del cielo terso di maggio. Mi piace sentire con un brivido un leggero refolo di vento accarezzare il mio corpo rilassato. Ritrovo una serenità che da mi sembra di aver perduto da tempo. Mi piace soprattutto guardare il sole spegnersi dolcemente dietro il profilo netto dei monti all'orizzonte, e i contorni delle case sfumare nel delicato rossore del tramonto.

Penso a me, a quel che sono, a chi sono; mi sembra quasi di capire e di capirmi ma non è altro che la sensazione di un istante, troppo breve per contare qualcosa, troppo intensa per essere ignorata.
Penso a chi mi sta attorno, a come altre vite abbiano incontrato la mia sfiorandola a volte, altre volte deviandone il suo corso con la forza irresistibile di sentimenti forse non compresi appieno ma vissuti con infinita passione.
Penso al passato con nostalgia e al futuro con speranza mista a timore. E' la paura di perdere ciò che più amo, la stessa maledetta paura che mi fa sbagliare così spesso costringendomi a comportarmi come non dovrei.
Penso alle opportunità che la vita offre ogni istante di ogni giorno, all'isitintività che mi ha fatto perdere la strada così spesso e che pure nelle scelte più importanti mi ha condotto sicura dove neanch'io sapevo desiderare di voler andare.

Questa finestra col suo piccolo scorcio di mondo fuori è metaforicamente una finestra su di me, sulle mie domande di sempre e sulle risposte che forse, col tempo, arriveranno.

ON AIR: Chromium - The Church

giovedì 22 maggio 2008

Cielo cupo

"...e respirando brezze che dilagano su terre senza limiti e confini ci allontaniamo per poi ritrovarci più vicini..."


Strana sensazione di perdere il contatto con le cose che ami, di spingerle via lontano mentre tenti di tirarle verso te, e timore che un giorno (che sembrava lontano e invece ora appare così vicino) non riuscirai più a raggiungerle. Chissà se è così che deve andare, se sto perorando una causa nata persa. Mi piacerebbe essere trasparente, lasciare che chiunque mi guardi possa leggere le mie inquietudini e tentare di capirle, o quantomeno restarne alla larga. Sono pericoloso, posseggo abissi in cui ho paura di guardare, demoni furenti che si agitano, scalciano urlandomi la loro voglia di uscire, ho fame di violenza... sete di sangue che a volte riesco a controllare a fatica. Credevo che la vita sarebbe stata diversa, che l'amore sarebbe stato diverso, che sarei stato diverso io. Mi spaventa l'intensità di alcuni sentimenti, il modo con cui monopolizzano la mia attenzione, la percezione della loro incontrollabilità.
Forse ho più bisogno di essere salvato di quanto non pensassi.

ON AIR: Lucio Battisti - La Collina dei Ciliegi

venerdì 16 maggio 2008

Se mi avessero dato 1 euro per ogni sbaglio che ho fatto a quest'ora sarei l'uomo più ricco del mondo, o almeno ben piazzato tra i primi cinque. Ci sono giornate, come ieri per fare un esempio, in cui con questa tecnica potrei incassare svariate migliaia d'euro. Da tempo non mi capitava di desiderare di poter completamente cancellare un intero giorno, come il disegno sulla lavagna di uno studente dispettoso, eppure un cassino così potente ancora non è stato inventato.

Agisco d'istinto, a volte è un bene (se così non fosse alcune cose non troverei mai il coraggio di farle), altre è una croce... e pesa. Purtroppo dimentico che è la mia croce e non è giusto caricarne il peso sulle spalle di qualcun'altro.

Anche se mi dicono di non farlo, che non ce n'è bisogno, non riesco a fare a meno di continuare a chiedere scusa e sperare che col tempo vada tutto un po' meglio.

martedì 13 maggio 2008

Nuove conoscenze

Negli ultimi tempi la vita mi sta scorrendo davanti lenta, monotona. Non me ne lamento, per carità, è così solo perché io non voglio altrimenti, in questo momento la ripetitività è il mio anello salvagente. Però anche quando per un qualsiasi motivo rinunci ad essere protagonista e decidi di fare la comparsa per un po' può capitarti di fare incontri inaspettati quanto piacevoli.

Prendiamo ieri ad esempio, mi hanno presentato una ragazza; visto il preavviso minimo non ho potuto prepararmi per bene all'incontro ma ripensandoci ora non ce n'è stato bisogno e confesso che il merito di ciò non è mio (come al solito...).

E' difficile da credere, lo so, ma già dalla prima occhiata ho capito tante cose: innanzitutto, per non smentire la nomea che mi è stata ingiustamente attribuita, devo confessare che è davvero bella, in alcuni momenti mi ha ricordato un'altra giovane donna che conosco e per cui confesso di stravedere... il che è tutto dire!
Quello che sto per scrivere è forse anche meno credibile di quanto sopra ma giuro che a colpirmi di più è stato il suo sguardo, non sono sicuro di riuscire a spiegarmi ma è stato come se un piccolo nucleo scintillante di dolcezza nascesse dai suoi occhi per poi irradiare tutto il viso.

Ho avuto l'impressione che sia una ragazza piuttosto timida (tra simili ci si riconosce subito) ma forse era solo l'imbarazzo di avere a che fare con uno sconosciuto, però l'ho vista molto gentile, mi è sembrata simpatica, allegra e forse anche per questo mi è piaciuta sin dal primo impatto, istintivamente. In più conoscendo l'affetto che prova per lei chi me l'ha presentata e nutrendo in questa stessa persona una fiducia cieca, sono convinto che si tratti di una ragazza eccezionale.

Abbiamo parlato un po', a dire il vero ho parlato solo io però sono convinto che lei abbia ascoltato con attenzione. Le ho raccontato qualcosa di me, della mia situazione, dei miei timori e desideri, non volevo che si facesse una idea sbagliata, e le ho chiesto un favore.

Purtroppo però il tempo è tiranno e lei non abita più qui da qualche giorno. Quando ho saputo che era andata via e i motivi che l'avevano spinta così lontano mi si è stretto il cuore, magari non abbiamo avuto modo di conversare di tante cose ma sono comunque contento di aver fatto la sua conoscenza e le persone belle non si dimenticano mai!

Spero che nel posto in cui si è trasferita si trovi bene, mi hanno detto che il panorama è incredibile ed anche la compagnia è tutt'altro che malvagia!
Da quel che ho visto poi anche se non è fisicamente presente è come se ci fosse e sono convinto che sarà sempre così... l'immortalità vera è continuare a vivere nel cuore e nei pensieri delle persone a cui si è voluto bene e che ci vogliono bene.

mercoledì 7 maggio 2008

Rage against the *********

Da un po' di notti dormo poco e male, colpa di una tosse che a quanto pare mi considera il suo migliore amico e forse anche di qualche pensiero che incurante della regola per cui "il passato è passato" continua a ronzarmi in testa. In tutto ciò non ci sarebbe nulla di male, non fosse che sono troppe le volte in cui non riesco a controllare il mio "stream of consciousness" e mi ritrovo idee e immagini che attraverso secanti e/o tangenti si allontanano sempre più dal loro punto di origine.
In questo modo mi ritrovo a costruire milioni di storie senza capo nè coda, perso in investigazioni del mio privato e del suo pubblico interfacciarsi col mondo.

In un ansia da ragionamento deduttivo mi chiedo il perché di tutto ciò che vedo e il risultato è che ogni risposta si trascina dietro altre domande; come in una spirale, solo che anziché raggiungerne il fuoco la percorro allargando sempre di più la traiettoria.
Anche ora mi rendo conto di avere iniziato a sragionare, non era questo il discorso che avevo in mente di fare, però sono in balia delle scelte di percorso prese da tutte quelle parti di me su cui non riesco ad esercitare pieno controllo.

Ecco, forse il problema consiste proprio in questo, nel controllo, nella sua assenza oppure nella sua esasperata presenza; è una vita intera che cerco di disciplinare il mio modo di fare, riuscendoci a volte, altre volte no. Quello che mi fa rabbia è che scopro di essere capace di mandare giù fin troppe cose, mascelle serrate, pugni chiusi, un tremendo desiderio di colpire, per far male, per farmi male... mentre poi tutto quello che faccio è voltarmi per non essere costretto a guardare.

Non sono mai stato tipo da covare rabbia in silenzio, preferisco lasciare che le situazioni mi attraversino perché so che se esplodessi gli effetti sarebbero devastanti... eppure in certi momenti l'odore della violenza mi attrae terribilmente....

domenica 4 maggio 2008

[...]
e sono niente senza amore, sei tu il rimpianto e il mio dolore
che come il tempo mi consuma.

Lo sai o non lo sai, che per me sei sempre tu la sola,
chiama quando vuoi, basta un gesto forse una parola,
che non c'è sesso senza amore, dura legge nel mio cuore,
che sono un'anima ribelle.
[...]



ON AIR: Antonello Venditti - Ricordati di me