lunedì 22 dicembre 2008

Buon Natale (eccetera eccetera)

Parto.

Iniziano le vacanze anche per me. Cambiamento d'aria in attesa di trovare la forza per cambiare anche tutto il resto.

Intanto faccio gli auguri a tutti:
   - A chi condivide con me gioie e dolori quotidiani.
   - A chi lavorerà mentre gli altri si danno al cazzeggio.
   - A chi non vedo da tempo ma so che comunque c'è, perchè è così da quando eravamo ragazzini.
   - A chi è andato via senza salutare, forse perché ha detto addio fin troppe volte.
   - A chi ha fatto del male senza volerlo.
   - A chi ne ha fatto con intenzione.
   - A chi soffre e a chi è felice.

Un augurio particolare però và ad una certa vagabonda. Spero che tu stia bene e che sia felice, oggi, domani... sempre.

Sono stato rapido ma la pre-partenza mi costringe a sistemare in fretta e furia le ultime cose (e poi chi conta davvero per me sa già cosa penso)... per cui saluto tutti e vò. Ci vediamo nel 2009!

mercoledì 17 dicembre 2008

Strani giorni

Ci sono giorni in cui ti viene da riflettere...

Sono quei giorni in cui ti alzi ed è come se sapessi già tutto quello che ti succederà. Non c'è una spiegazione, semplicemente qualunque cosa ti capiti il primo pensiero è sempre lo stesso: "me l'aspettavo". In giorni del genere anche un evento che in altre circostanze avrebbe avuto ripercussioni ben più significative sembra avere un impatto "soft". E badate bene che ciò non significa che lo scoppio non si sia sentito, solo che avendo le mani sulle orecchie il rumore è arrivato attutito.

Oggi è uno di quei giorni, il classico giorno in cui pensi che forse sarebbe meglio non uscire di casa ma, non trovando argomentazioni valide neppure ai tuoi stessi occhi a sostegno della tesi ed avendo impegni improrogabili, sei costretto ad alzare il culo e farlo muovere. E così può capitare che qualcuno ti si avvicini mentre sei distratto per salutarti e che tu resti sorpreso e che tu perda il dono della parola, facendo tra l'altro una pessima figura.

Ora chi mi conosce avrà immaginato come "resti sorpreso" rappresenti un simpatico eufemismo. La verità è che l'effetto è stato devastante come sempre. La verità è che mi sono sentito letteralmente il cuore in gola e ricacciarlo al suo posto è stato difficile. La verità è che avrei voluto avere più tempo per fare almeno qualche domanda nonostante mi sia quasi costantemente guardato le scarpe (che sono sì fighe ma non fino a questo punto). La verità è che ho pensato che c'erano troppe persone e che tutti meno due avrebbero dovuto sparire. La verità è che ti ho vista un po' stanca ma sempre così bella.

Mentre scrivo mi rendo conto che ormai non è più oggi... è già ieri, e allora vi dico che ieri era un giorno strano, oggi non so come sarà, e domani è ancora troppo lontano per preoccuparsene.

ON AIR: Verdena - Trovami un modo semplice per uscirne (live)

[...]
e non ho più rocce leggere ormai
e non c’è più luce, per guardarci ormai
[...]

giovedì 11 dicembre 2008

Sonni improvvis(ati)

Ti ho sognata, di nuovo. Ero stanco così ho deciso di stendermi sul letto per qualche minuto. Davo un'occhiata distratta alla televisione accesa a fare da sottofondo senza prestarle eccessiva attenzione e lentamente, complice il torpore che si era creato sotto le coperte, sono scivolato in un tiepido sonno. Così ti ho sognata, di nuovo, ed eravamo io e te e nessun altro, ed era così reale.

Eravamo all'aperto, nel sogno, e l'aria era fredda. Raffiche di vento affilate come rasoi mi tagliavano la faccia ma non lo sentivo. Ti guardavo, i capelli corvini scompigliati, gli occhi profondi fissi su di me, un sorriso dolce e immensamente triste sulle labbra.

Cercavo di parlarti ma i suoni che uscivano dalla mia bocca si perdevano nella notte, non riuscivi a sentirmi, non potevi, forse non volevi mentre ostentavi indifferenza di fronte ai miei sforzi. Urlavo, sempre più forte, la gola graffiata dallo sforzo e una vena di disperazione a farsi strada su per le corde vocali.

"Ascoltami!"... e tu imperturbabile.
"Parlami!"... e solo silenzio a ferirmi le orecchie.


Volevo correre verso di te, afferrarti per le braccia e scuoterti, svegliarti dalla malìa che ti teneva lì, impassibile, a pochi passi di distanza e nonostante questo ad anni luce da me. Mi accorgevo di non riuscire a muovere un solo passo ed avevo paura, paura che andassi via senza che fossi riuscito a dirti ciò che provavo, paura che non ricordassi più chi io fossi.

Tutt'intorno era buio, lentamente ciò che mi circondava era sparito e d'improvviso avevi iniziato a sbiadire anche tu. Stavi andando via, di nuovo, inghiottita dall'oscurità più opprimente che avessi mai visto, e non potevo fermarti, di nuovo, come se il passato non passasse mai...

...poi un rumore, mi sono svegliato di soprassalto, con l'assurda convinzione che girandomi ti avrei trovata lì, ma tu lì non ci sei più.

ON AIR: U2 - The ground beneath her feet (Acoustic)

venerdì 5 dicembre 2008

Magari le frasi di circostanza a volte non sono solo frasi di circostanza.

Magari quando si è combattuto tanto contro i mulini a vento si perde davvero il contatto con la realtà e Sancho sembra solo un grottesco buffone.

Magari "nessuno sarà mai come" è il fottuto, angosciante, perverso, sbagliato pensiero ricorrente anche di qualcun'altro.

Magari lo so che ad ogni rifiuto, ad ogni gesto indifferente, ad ogni sms senza risposta è come se ti stringessero il cuore così forte da mandare il sangue dritto al cervello come un colpo di pistola, però magari continuare ad insistere e a sperare non ha davvero più senso.

Magari un muro non è un muro, magari è il frangiflutti di chi per troppe volte ha lasciato che mari in tempesta lo annegassero ed ora vorrebbe navigare tranquillo per un po', per ritrovare la forza, per ritrovare la voglia.

Magari qualcuno non è così stupido da non capire che ne varrebbe la pena e ciononostante semplicemente non ci riesce. Magari ne avrebbe voglia ma non riesce a fingere, non vuole fingere. Magari è stupido e sbagliato ma cerca solo di essere se stesso. Magari non trattiene nulla, semplicemente qualcosa manca.

O magari non ho mai capito nulla... e continuo a non capire.

lunedì 1 dicembre 2008

A parte il fatto che (mi manchi)

Delle volte è una foto a ricordarmi di te... scattata mentre eri distratta e per questo ancora più bella.

Delle volte è un profumo a ricordarmi di te... come un ricordo d'infanzia, sei odore di buono.

Delle volte è un pensiero a ricordarmi di te... ritorna dal passato e mi travolge, pesante di sentimenti che ancora si agitano confusi, mentre cerco il modo di liberarmi dai nodi che stringono il cuore.

Delle volte è una parola a ricordarmi di te... il tuo modo di esprimerti, la paura di renderti vulnerabile, le lunghe chiacchierate per il semplice piacere di stare assieme.

Delle volte è un viso a ricordarmi di te... finchè non lo scopro sconosciuto, con il cuore che intanto sembra voler sfondare il petto e correre a nascondersi lontano, spaventato dall'idea di soffrire ancora.

Ma più spesso sono io a ricordarmi di te, la sera quando non riesco a prendere sonno o al mattino quando non vorrei svegliarmi perchè in un sogno ti ho ritrovata. E ti ricordo bella com'eri la prima volta che ti ho vista, bella come quando ti ho detto addio, ed è un'immagine che non va via.

Delle volte vorrei dimenticarmi di te...

ON AIR: Cristina Donà - Niente di particolare