sabato 19 gennaio 2008

Al tramonto mi sento un po' così

Nei giorni appena trascorsi affacciandomi alla finestra non vedevo altro che nubi minacciose. A volte la minaccia si compiva e piogge torrenziali piombavano giù facendomi ringraziare l'indolenza che mi sta tenendo chiuso in casa, altre volte il tamburellare delle gocce sui vetri diventava il sottofondo di malinconici giorni invernali, figli di rimorsi e ambizioni disattese, altre volte i presagi di "fulmini e tempeste" rimanevano in potenza e quei nuvoloni restavano ad osservare, eterni guardiani del tempo, gli affanni del mondo a cui fanno da tetto.

Oggi però appena alzatomi dal letto sono andato come ogni mattina ad aprire la finestra e mi ha piacevolmente sorpreso essere avvolto da un sole caldo, quasi primaverile. Ho abbozzato un sorriso mentre stringevo gli occhi per abituarli gradualmente alla luce e pensavo tra me e me "...finalmente!".

Nel momento in cui scrivo il cielo ha cominciato a colorarsi di delicate sfumature di rosso; è l'ora del tramonto, il momento in cui mi sento più calmo. Vedere le strade, i palazzi, gli alberi drappeggiati dagli ultimi raggi del sole morente mentre le prime luci delle case e dei lampioni si accendono timide mi fa sentire vicino all'essenza delle cose, piccola parte di un tutto ordinatamente disordinato.

Mi piace pensare che lassù, oltre questo cielo terso, ci sia Qualcuno che ci osserva con curiosità, che soffre dei nostri dolori (e per questo ammanta i cieli di grigio) e ride delle nostre gioie (e il suo sorriso ha lo stesso calore e colore di una mattina d'estate). Mi piace pensare che qualcosa stia cambiando.

Puoi attraversare il buio di una notte così lunga da sembrare eterna ma se hai la forza di accettare che l'universo si muova secondo le sue leggi, accantonando la presunzione di potergli mettere fretta e accettando di aspettare pazientemente, ci sarà sempre un altro giorno di sole...

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