giovedì 12 giugno 2008

E' notte fonda, la casa è silenziosa, vorrei mettermi a letto e dimenticare tutto ma non riesco a prendere sonno. Lascio la mente libera di vagare. I ricordi si mischiano alle fantasie, voci e volti che parlano e appaiono e scompaiono.
Cosa faccio? Perchè mi comporto così? Vorrei avere qualche risposta o almeno non farmi tante domande. Cosa sto inseguendo? In nome di cosa combatto questa battaglia? In nome di chi?
Vivere è guardare in faccia i propri errori, dunque se non riesci a considerarli tali significa che stai lentamente morendo dentro?
Continuo a ripetermi che non posso comportarmi in altro modo, che sono così e niente, nessuno, potrà cambiare la mia natura. Ma non sto solo cercando le più comode giustificazioni?
La maggior parte delle volte mi ferisco da solo, non è masochismo, solo l'illudersi di chi è ingenuo e finge di saperne di più, solo la rabbia, lo sconforto, di chi non vuole arrendersi all'agonia dei propri sogni e per loro continua a lottare. Qualche volta invece mi feriscono ma forse è semplicemente l'effetto di chi si scontra con la realtà.
In alcuni momenti vorrei semplicemente dimenticare, mi capita quando non ho la forza di impedirmi di ricordare. In alcuni momenti vorrei avere la forza di correre via lontano e chiedo perchè non lo faccio, è coraggio o codardia?
E poi, come è possibile dire e fare sempre le cose sbagliate? Magari sbaglierei qualsiasi cosa facessi o dicessi.
Sento che qualcosa mi sfugge ed è una sensazione quasi tangibile; è come se mi mancasse un pezzo, sempre lo stesso, e continuassi ad arrabattarmi cercando soluzioni provvisorie che non durano, non possono durare.
Continuo a ripetermi fino a che le lacrime non iniziano ad offuscarmi la vista "non lo sei, non lo sei mai stato, non lo sarai mai". E' come un mantra, la preghiera di chi non ha più nulla da perdere tranne sè stesso.
Vorrei capire perchè.
Perchè...

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