venerdì 22 febbraio 2008

Lettera a me

Ciao, come stai?
E' da tanto che non ci sentiamo, vero? Allora, che ne dici di raccontarmi qualcosa, cosa hai fatto in tutto questo tempo? Ma come, davvero sei stato quasi sempre chiuso in casa? Non ci posso credere! Non ti annoia rimanere intrappolato sempre tra le stesse quattro mura? Dici che non è un bel periodo eh? Ti capisco sai, il problema è che ci illudiamo di poter fuggire dall'evidenza costruendole attorno un muro di bugie; a forza di ripetersele smettono di essere stupide menzogne e diventano la nostra verità, almeno fino a quando non siamo costretti a confrontarci con la realtà... e quanto fa male vedersi sbattere in faccia la propria stupidità, vero?

Mi piacerebbe poterti consolare, dirti che domani andrà meglio, che il dolore non dura per sempre ma voglio essere del tutto sincero con te, penso che te lo meriti: non ho idea di come sarà domani o dopodomani o nelle prossime settimane, mesi, anni... non ti arrabbiare ora, lo so, non sono per nulla consolante e mi dispiace, però non me la sento di dirti che va tutto bene, che presto tutto si sistemerà.

Si, so cosa hai passato, capisco i motivi per cui ti sei sentito preso in giro, capisco che non hai capito quasi nulla e questo ti rode, però secondo me non è così, credo che ti siano solo sfuggite le cose più importanti! No no no, non fraintendermi però, non ti sto dando dell'idiota, dico solo che le domande che hai fatto erano giuste mentre probabilmente le risposte non del tutto e almeno di questo non hai tutta la colpa. Del resto ammetto che neppure io ho capito granchè in questa faccenda.

Non vuoi proprio dirmi cosa c'è che non va, vero? Sei così silenzioso, anche più del solito, e questo onestamente mi preoccupa, se prima qualche parola in una giornata la spiccicavi ora temo che spesso mi toccherà conversare da solo. E non te la prendere, lo sai che scherzo... non c'è bisogno che tu mi dica niente, ti conosco abbastanza bene e so cosa ti passa per la testa.

Ti ricordi quando eravamo piccoli? Giocavamo in quel benedetto campetto dalla mattina alla sera, c'era sempre il sole. Ricordi quando tornavamo a casa sporchi dalla testa ai piedi, tanto che tua mamma voleva farci spogliare fuori di casa? Non c'erano pensieri, niente ansie, dubbi... prendevamo dai giorni che venivano quel che capitava. Non so se capita anche a te ma spesso rimpiango quei tempi, eravamo piccoli, si, non potevamo fare quasi nulla da soli ma eravamo spensierati e con le idee molto più chiare di adesso.

Visto? Mi ci è voluto parecchio impegno ma un mezzo sorriso te l'ho strappato! Ora devo andare, si è fatto tardi e domani devo alzarmi presto, ma tu non smettere di sorridere e quando ti sentirai triste tanto da pensare di non farcela pensa a quello che sto per dirti: non darti tanta pena, rialza la testa e non chiuderti in te stesso... so che lo stai facendo quindi non dirmi che sto sparando cazzate! Continua a donare pezzi di cuore a chi ti sta intorno: molti ti deluderanno, tratteranno il tuo dono come carta straccia, ci passeranno sopra senza pensare alle tue sofferenze, qualcuno quel dono lo abbandonerà distrattamente in un mucchietto assieme a tanti altri senza neppure comprendere quanto per te sia prezioso, pochi, pochissimi ne avranno la cura che merita... e una sola un giorno accetterà di condividere il suo cuore con te. Quando questo succederà vedrai che tutto il resto non avrà più alcun senso!

Con affetto,
V.

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